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La forma delle cifre arabiche è:
nAVno¿V\^ *
9876 5 43210
Gli arabi scrivono da destra a sinistra.
La cifra 1 è una sbarra ; 2 è una deformazione di = ; 3
di = . La forma delle cifre si fissò dopo l’invenzione della
stampa. Lo zero era figurato con un punto dagli Indiani, e
lo è ancora dagli Arabi. Il nostro modo di scrivere i numeri
con cifre è la rappresentazione sulla carta dell’abaco.
4* « più » e — « meno » comparirono verso il 1500, sosti
tuendo le antiche iniziali di plus e minus.
X « moltiplicato », è generalmente sottinteso fra due let
tere, e fra un numero e una lettera. Questo segno con questo
significato s’incontra in Oughtred e in Harriot 1631, e usato
da Wallis, Newton, ecc. divenne universale.
a
a/b e y indicano la divisione; questa notazione rimonta
agli Indiani, e si trova in Leonardo Pisano 1202. Le due
forme sono egualmente facili a scriversi, ma la prima è in
tipografia molto più comoda della seconda; ed è anche più
facile a leggersi.
a m «a elevato m ». Questa notazione si trova in Cartesio
1637, e sostituì notazioni antiche.
— «eguale», introdotto da Recorde nel 1557, usato da
Newton (1660-1727), si è diffuso dappertutto, sostituendo l’ini
ziale della parola aequalis prima usata.
> « maggiore » e < « minore », si trovano in Harriot
1631, e sostituirono segni prima usati.
Se a e b sono interi, ajb, « a diviso & » è in generale un
numero fratto.
Scriveremo « a quot b », ed « a resto b » per indicare il
quoto o quoziente intero della divisione di a per b.
Esempio: 50 quot 7 = 7. 50 resto 7=1.
Non c’è una notazione uniforme per indicare questi risul
tati ; la più comune è quot (a, b) e resto (a, &). Anche il va
lore delle parole quoto e quoziente non è uniforme nei libri.