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al 450: «unum et unum duo, duo et duo quatuor, odiosa
cantio mihi erat » (Confessiones I, 13). Egli attesta che in
quei tempi nelle scuole si faceva anche odiare il greco ed il
sommo Omero.
Lucas, Arithmétique amusante, Paris 1895, dice:
« Pour apprendre à notre écolier la multiplication, gar
dons nous bien de lui faire réciter, sur un ton dolent et mo
notone, deux fois deux font quatre, deux fois trois font six,...;
ce serait donner à ses facultés arithmétiques un enterrement
de première classe. L’enfant doit construire la Table lui-
même ».
Lo stesso dice Laisant, Initiation mathématique, Paris
1915, pag. 6: « Attachez-vouz à intéresser, à amuser l’enfant,
ne lui faites rien apprendre par cœur». Gli stessi principii
sono insegnati da tutti i pedagogisti.
§ 9. — Per costrurre la tavola di moltiplicazione, si scri
vono sulla prima linea i numeri
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10.
Poi contando per 2, si ha la seconda linea:
2, 4, 6, 8, 10, 12, 14, 16, 18, 20.
Si verifica che questi numeri si ottengono anche addizio
nando i numeri della prima linea con essi stessi ; ossia si ri
conosce la proprietà commutativa del X :
2 X 8 = 8 X 2
I multipli di 3 si ottengono contando per 3:
3, 6, 9, 12, 15, 18, 21, 24, 27, 30.
Oppure addizionando i numeri della linea 1 con quelli
4ella 2.
Per moltiplicare per 4, si raddoppia due volte.
Per moltiplicare per 5, si osserva che:
2X5 = 10. 4X5 = 20. 6 x5 = 30. 8X5 = 40.