indicare l’equipollenza, il segno = , il quale è tipograficamente
più comodo di quello (¡£b) usato dal Bellavitis, o di quello (=r)
proposto dal Schell, e che, almeno in un primo studio, evita gli
equivoci cui potrebbe dar luogo il segno = adottato da Mòbius,
Grassmann, Hamilton, ed altri.
2° La somma geometrica, o composizione dei segmenti (pag. 4),
analoga alla composizione delle traslazioni, velocità, ecc.
3° Il prodotto di due segmenti (pag. 6), indicato colla scrit
tura a X b, cioè il prodotto delle lunghezze dei due segmenti
pel coseno dell’angolo compreso. Questo prodotto è funzione
simmetrica (o commutativa) dei due segmenti, e distributiva ri
spetto ad ogni fattore. Esso fu introdotto da Resal 1 ) col nome
di prodotto geometrico, e corrisponde a —S. ab di Hamilton.
Se il primo segmento rappresenta una forza, il secondo lo spo
stamento del punto materiale cui è applicata la forza, il prodotto
dei due segmenti misura il lavoro della forza.
4° L’area a.b (pag. 17) cioè l’area del parallelogrammo co
strutto sui due segmenti a e b ; e il volume a.b.c del parallele
pipedo compreso fra questi segmenti (pag. 24). L’area ed il
volume sono funzioni alternate dei segmenti, e distributive rispetto
ad ogni segmento. Queste notazioni sono dovute a Grassmann.
I segmenti così definiti possono essere funzioni di variabili nu
meriche, e ad essi si applicano i concetti di limite, derivate or
dinarie, successive e parziali, la formula di Taylor, le funzioni
interpolari, e così via, analogamente a quanto si fa per le fun
zioni numeriche. Gli stessi concetti si applicano alle aree e vo
lumi variabili, e specialmente ai punti variabili. Se un punto è
funzione d’una variabile t, e questa misura il tempo, la derivata
prima del punto non è altro che la velocità, e la derivata se
conda l’accelerazione del punto.
Traité de Cinématique pure (Paris 1862) pag. 64.