giunge due punti qualunque della curva, quando quest i
tendano a P, il rapporto d’un arco della curva alla sua
corda, ove gli estremi di questo arco tendano a P, ha
per limite l’unità.
Infatti, si determini un arco QR nelle vicinanze di P, in modo
che ogni retta che unisce due punti di quest’arco faccia colla tan
gente in P un angolo minore d’un angolo e fissato piccolo ad ar
bitrio. Sia c la corda dell’arco QR; si decomponga quest'arco in
parti, le cui corde siano c t c 2 ... c n . Si proiettino queste corde sulla
corda QR; detti a, a 2 ... a n gli angoli che esse fanno con questa
retta, sarà
c — c ì cosa, -f- c 2 cosa, + c n cosa n .
Ora, poiché gli angoli che le corde c c l c 2 ... c n fanno colla tan
gente in P sono minori di e, gli angoli a, a 2 ... a n saranno minori di
2e; quindi si deduce
c c i -j— c 2 -j-... —(— Cn, c (c l —j— c 2 —j—... -}- Cn) cosZe ;
ovvero, dividendo l’ultima per cos2e (supposto 2e < )
-f - Cn
Perciò la lunghezza s dell’arco QR, che è il limite superiore della
somma c l -\-c 2 -\-... J r c n soddisferà pure alle stesse diseguaglianze
c < s, c>scos2e; ossia — < 1, e
s
e si può prendere piccolo ad arbitrio, col prendere gli estremi del
l’arco sufficientemente prossimi a P, si conchiude lim— = 1, c. v. d.
Sarà utile il ricordare a questo proposito la proposizione a pag. 59 :
« Se il punto P è funzione della variabile t, ed ha derivata prima
continua e non nulla, la tangente alla curva descritta da P è anche
il limite della congiungente due punti qualunque della curva, quando
questi tendano a P ».