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19. Sia AB un arco curvilineo continuo, e A'B' la sua proiezione
ortogonale su d’una retta. Supporremo che ogni punto di A'B' sia la
proiezione d’un sol punto di AB; che la curva abbia in ogni suo
punto una tangente, la quale si possa considerare come il limite della
congiungente due punti della linea, che si avvicinano al punto dato;
e che l’angolo che questa tangente fa con A'B' non sia mai nullo.
Ad ogni arco parte di AB corrisponde la sua proiezione, parte di
A’B', e viceversa; la lunghezza s dell’arco e la lunghezza x della
sua proiezione sono grandezze coesistenti. Dico che, in ogni punto P
di AB, il rapporto fra la lunghezza dell’arco e la lunghezza della
sua proiezione è eguale al coseno dell’angolo che la tangente alla
curva in P fa colla retta A'B'.
Infatti, preso un arco As nelle vicinanze del punto P, e detta c
la sua corda, e Ax la proiezione su A'B' sia dell’arco che della
corda, sarà
Ax Ax c
A s c As'
Ora, per le ipotesi fatte (N. 7), lìm ^ = 1 ; il rapporto — vale
il coseno dell’angolo che la corda c fa colla sua proiezione, ed ha
per limite il coseno dell’angolo che la tangente in P fa con A'B'.
Quindi, detto 0 quell’angolo, si conchiude
7 . Ax dx dx
lim costi, dx = cos9 ds, ds — —.
As ds ’ cose
Si deduce da questa formula che, se in tutti i punti dell’arco AB
l’angolo 0 è compreso fra 0 O e 0,, il rapporto fra l’arco finito AB,
e la sua proiezione è compreso fra —- e —-. In particolare, se
l’angolo 0 è costante, come avviene p. e. nell’elica ove la si proietti
sul suo asse, il rapporto fra un arco finito e la sua proiezione ha
il valore costante .
cose