ohe è quanto si voleva provare.
le [17] siano risolubili rispetto alle a; e si possano quindi presentare
anche sotto la forma equivalente
Xi — Qi (Xj , j . . .j X n ) .
Alla trasformazione generale [17] resta subordinata una trasfor
mazione lineare nei differenziali: difatti, posto
si ha, differenziando le [17] e [17'] ,
n
n
[19]
n
n
1
Di queste formule, le seconde devono coincidere con quelle che si
otterrebbero risolvendo le prime, epperò le c ki non sono altro che gli
elementi reciproci delle c* ft , il che giustifica la notazione con cui le
abbiamo indicate (*).
( x ) Ciò del resto si può verificare, anche direttamente, provando che le c ki e le cut
possiedono la proprietà fondamentale degli elementi reciproci. Difatti, se nelle [17] ponia
mo in luogo delle x le espressioni date dalle [17'] otteniamo altrettante identità. Deri
viamone una generica rispetto a x/ { , con la regola delle funzioni composte. Avremo
()Xi n f)Xi
d */e J h Ò&h Ò&k
ora, il primo membro è 0 o 1 secondochè i~\~.h o i — Jc‘ nel secondo possiamo
introdurre le posizioni [14], ottenendo