CAPITOLO IX.
Forme differenziali quadratiche
di classe zero e di classe uno.
§ 1. — Forme di classe zero (o euclidee). — Ricordiamo (cfr.
Cap. V, § 20) che se N è il minimo numero di dimensioni che deve
avere uno spazio euclideo per potervi immergere una V n data, si
dice classe di questa V n (o della forma quadratica ds 2 che la caratte
rizza) il numero N — n.
Diremo, per conseguenza, che è di classe zero (ovvero che è euclidea)
una forma quadratica differenziale
ds 2 = Z ik a-ik dxi dx k [1]
ì
se è possibile sostituire alle n variabili x altrettante (poiché N = n)
variabili y, legate alle x da relazioni
2/ v = 2/v (®1> • • -, x n) (v = 1, 2, ..., n) [2]
tali che la [1] assuma la forma cartesiana
n 0
■ . [i'j
ì
Si tratta di trovare un criterio per riconoscere, data la [1], se
tale trasformazione è possibile: dimostreremo che basta formare i sim
boli di Riemann relativi alla [1], ed esaminare se sono o no tutti iden
ticamente nulli.
Si ricordi (Cap. VII, §§ 2, 3) che questa è condizione neces
saria; vogliamo dimostrare che, se, inversamente, tutti i simboli di
Riemann relativi alla [1] sono identicamente nulli, la [1] si può