CAPITOLO II.
Sistemi di equazioni ai differenziali totali.
§ 1. — Preliminari. — Richiamiamo dapprima alcune nozioni
riguardanti le espressioni differenziali. È noto che si dice differenziale
totale di una funzione f(x1, #2, ..., x n ) l’espressione
la quale uguaglia (a meno di infinitesimi di ordine superiore) l’incre
mento che subisce la / nel passaggio dal punto x\, Xi, ..., x n al punto
infinitamente vicino Xi + dx 1 ,#2 + dx2, ..., x n + dx n .
Date n funzioni X t del posto (cioè delle x) che supporremo
finite e continue assieme alle derivate prime, si dice espressione
differenziale, o pfaffiano (dal nome del matematico Pfaff) l’espressione
n
[1]
= s,- Xi (®i, »2,..Xn) dXi.
Una tale espressione non è sempre un differenziale esatto, cioè
non sempre esiste una funzione f (xi, x*, ..Xn) di cui l’assegnato
pfaffiano sia il differenziale totale; condizione necessaria e sufficiente
perchè ciò abbia luogo, cioè perchè sia integrabile un’equazione del tipo
n
[2]
df = S £ x t dXi,
1
eyi ( ryi )
è che siano verificate le —-—-—- condizioni seguenti
[3]
Se queste condizioni sono soddisfatte in un certo campo, il cal
colo integrale (’) insegna a costruire la più generale funzione / avente
C 1 ! Cfr. per es. Dini, Lezioni di analisi infinitesimale, Yol. II (Pisa: Nistri, 1909),
Gap. XVJI, pag. 440.