Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 1)

PRESSO I BABILONESI 
97 
Schiapakei.i.i - Astronomia I. 
7 
di due ore o poco più, e soltanto in capo a molti secoli può 
manifestarsi un divario sensibile del calendario rispetto al 
corso naturale delle stagioni e alle fasi della vegetazione. 
Di questo ciclo così importante il P. Kugler ha trovato 
presso i Babilonesi il primo indizio in documenti scritti verso 
il principio del secolo IY av. Cristo, cioè posteriori di circa 
mezzo secolo alla riforma di Metone. Che essi ne abbiali rice 
vuto la notizia dai Greci è cosa possibile, ma, tutto ben consi 
derato, poco probabile. L’esame dei loro documenti astronomici 
posteriori fa vedere inoltre, che del ciclo di 19 anni essi fecero 
un uso ben più costante e più generale, che non ne abbian 
fatto i Greci. A partire dall’èra seleucide (311 av. Cristo) il 
calendario babilonese si mostra regolato su quel ciclo con 
norma assolutamente costante, per modo che al P. Kugler è 
stato possibile di ridurre al calendario giuliano tutte le date 
babilonesi dei tre secoli precedenti l’èra volgare con un grado 
notevole di precisione. Noi non possiamo dire altrettanto di 
tutti i modi di datazione usati dai Greci e dai Romani nei me 
desimi secoli. Questo è uno dei progressi più degni di nota che 
sian stati fatti ultimamente nello studio dell’antica cronologia. 
Per le suddivisioni del giorno solare si trova ancora usato 
qualche volta l’antico kaspu, equivalente a due ore del nostro 
tempo medio. In qualche documento è considerato come unità 
principale il giorno medesimo, che va diviso in 60 parti, ogni 
parte in 60 minuti, ecc. Ma l’unità astronomica usata da Kidinnu 
nei suoi calcoli lunisolari è il doppio kaspu, cioè la sesta parte 
del giorno. Suddividendo questa in 60 parti secondo 1’ uso 
invariabile dei calcolatori babilonesi, si ha una durata di 4 
dei nostri minuti, che colle sue ulteriori suddivisioni di 60 in 
60 parti costituisce la più comune base pei computi del tempo 
astronomico. E l’intervallo di tempo in cui il Sole avanza di 
un grado nella sua rivoluzione diurna; motivo per cui l’ideo 
gramma US che serve a designarlo nei cuneiformi è stato tra 
dotto per grado temporale (Epping: Zeitgrad). Questo grado di 
tempo e le sue suddivisioni corrispondevano esattamente al 
grado di arco e alle suddivisioni di questo. Come il grado di 
arco occupava la 360 a parte di tutta la circonferenza, così il 
grado di tempo rappresentava la 360 a parte di tutta la rivo 
luzione diurna. Questa corrispondenza produceva nei calcoli 
astronomici una facilità, che gli astronomi posteriori non ban 
saputo conservare. La divisione della rivoluzione diurna in
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.