PRESSO I BABILONESI
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Schiapakei.i.i - Astronomia I.
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di due ore o poco più, e soltanto in capo a molti secoli può
manifestarsi un divario sensibile del calendario rispetto al
corso naturale delle stagioni e alle fasi della vegetazione.
Di questo ciclo così importante il P. Kugler ha trovato
presso i Babilonesi il primo indizio in documenti scritti verso
il principio del secolo IY av. Cristo, cioè posteriori di circa
mezzo secolo alla riforma di Metone. Che essi ne abbiali rice
vuto la notizia dai Greci è cosa possibile, ma, tutto ben consi
derato, poco probabile. L’esame dei loro documenti astronomici
posteriori fa vedere inoltre, che del ciclo di 19 anni essi fecero
un uso ben più costante e più generale, che non ne abbian
fatto i Greci. A partire dall’èra seleucide (311 av. Cristo) il
calendario babilonese si mostra regolato su quel ciclo con
norma assolutamente costante, per modo che al P. Kugler è
stato possibile di ridurre al calendario giuliano tutte le date
babilonesi dei tre secoli precedenti l’èra volgare con un grado
notevole di precisione. Noi non possiamo dire altrettanto di
tutti i modi di datazione usati dai Greci e dai Romani nei me
desimi secoli. Questo è uno dei progressi più degni di nota che
sian stati fatti ultimamente nello studio dell’antica cronologia.
Per le suddivisioni del giorno solare si trova ancora usato
qualche volta l’antico kaspu, equivalente a due ore del nostro
tempo medio. In qualche documento è considerato come unità
principale il giorno medesimo, che va diviso in 60 parti, ogni
parte in 60 minuti, ecc. Ma l’unità astronomica usata da Kidinnu
nei suoi calcoli lunisolari è il doppio kaspu, cioè la sesta parte
del giorno. Suddividendo questa in 60 parti secondo 1’ uso
invariabile dei calcolatori babilonesi, si ha una durata di 4
dei nostri minuti, che colle sue ulteriori suddivisioni di 60 in
60 parti costituisce la più comune base pei computi del tempo
astronomico. E l’intervallo di tempo in cui il Sole avanza di
un grado nella sua rivoluzione diurna; motivo per cui l’ideo
gramma US che serve a designarlo nei cuneiformi è stato tra
dotto per grado temporale (Epping: Zeitgrad). Questo grado di
tempo e le sue suddivisioni corrispondevano esattamente al
grado di arco e alle suddivisioni di questo. Come il grado di
arco occupava la 360 a parte di tutta la circonferenza, così il
grado di tempo rappresentava la 360 a parte di tutta la rivo
luzione diurna. Questa corrispondenza produceva nei calcoli
astronomici una facilità, che gli astronomi posteriori non ban
saputo conservare. La divisione della rivoluzione diurna in