49
4
§ 2.
Elemento fondamentale — Elementi e forme differenti di posizione e
coincidenti in senso assolato o relativo. Leggi di determinazione
oppure di esistenza o di costruzione delle forme.
56. Ripigliamo le nostre considerazioni sulle forme astratte.
Conv. I. Il gruppo ordinato abc=a(bc)=(ab)c (III, e a, 29) ha per parti a, b,
c; ab, bc (def. II, 27). Siccome è contrassegno di questo gruppo il modo con
cui è posto a rispetto a bc e perciò anche la parte ab rispetto alla parte
bc (def. I, 38), così conveniamo di dire che il gruppo abc si ottiene anche unendo
la parte bc alla ab anziché dire che esso si ottiene dall’ unione di bc ad a (III,
29). Con questa operazione b deve essere considerato però una sola volta. Diremo
che b serve di separazione o di unione della parte ab dalla o colla parte bc
nel tutto.
Così se si ha una serie di forme ...,abcd....mn....cc.... illimitata conveniamo
di dire che il gruppo ordinato che ne risulta (def. I, 26 e oss. 28) si ottiene an
che dall’unione della parte illimitata o limitata alla parte limitata
o illimitata (....abcd....m) (a, 40) in modo però che la forma comune alle due
parti deve essere considerata una volta sola.
Se finalmente si considera il punto come parte indefinitamente piccola nello stato cioè di indeter
minata piccolezza, allora ad ogni numero reale corrisponde un punto senza assioma speciale. L’intui
zione spaziale ci dice in fondo che se (.4) é la forma astratta corrispondente al luogo occupato dal
l’oggetto rettilineo non vi è nessun’altra forma astratta (B) della stessa natura di (A) di cui una
parte separi due parti consecutive di (A) (22, 24). Dire che la retta potrebbe essere discontinua e
data da tutti i punti considerati senza parti, che rappresentano ad es. a cominciare da una data
origine tutti i numeri algebrici, è ammettere per sò un fatto che ripugna all’intuizione, e cioè che
la forma astratta corrispondente alla retta appartenga ad un altra forma astratta possibile che com
prende in sè tutti i numeri reali, i cui elementi (che in essa sono parti, a, 27) separino quelli della
prima. E non solo in conformità a questo principio siamo costretti ad ammettere che a cominciare
da un punto della retta tutti gli altri punti rappresentino i numeri reali, ma ad ammettere altresì vi
siano in essa punti che corrispondano eventualmente ad altri possibili numeri compresi fra i nu
meri reali, rimanendo intatte le altre proprietà caratteristiche della retta. Osservo ancora che noi
consideriamo la parte indefinitamente piccola indipendentemente dalla distinzione di numeri razio
nali e irrazionali, e che sarebbe per noi molto più arbitraria e incerta l’ipotesi che non tutte que
ste parti contengano almeno un punto oltre gli estremi. Di più, se si ha un proiettile che dal punto
A vada a colpire il punto B in linea retta, dividendo il cammino di esso nella serie di parti
JL ± + JL i_ i JL + 1
O > O I 09 ’ O I g2 '
22’
23’-”
e se noi l’accompagniamo nella serie di queste parti non vediamo col pensiero uscire mai la punta
del proiettile dalla serie stessa. Ma abbiamo però d’ altra parte la rappresentazione del fatto che il
proiettile colpisce il punto B, il quale è il limite a cui giunge la punta del proiettile, e {AB) è il limila
della serie suddetta, nel senso cioè che finché la punta X del proiettile rimane nella serie si avvi
cina indefinitamente al punto B, ossia (XB) diventa piccola quanto si vuole. Cosi se si ha una serie
di parti consecutive sempre crescenti sulla retta stessa, senza che essa a partire da un punto A oltre
passi un dato punto В nei campo della nostra osservazione, per rappresentarci tutta questa serie ab
biamo bisogno di uscire colla rappresentazione dalla serie e di rappresentarcela limitata ad un altro
punto C compreso fra Дев ma fuori delia serie, se (AB) stesso non è il limite della serie. E anche in
questo caso ripugnerebbe all’ intuizione l’ipotesi contraria. Si noti inoltre che l’intuizione è certo
essenziale per la geometria, sebbene essa non debba entrare come elemento necessario sia nell’ enun
ciato delle proprietà о delle definizioni sia nelie dimostrazioni (vedi pref.).
Che vi siano sistemi discontinui di punti i quali soddisfino a tutte le proprietà dello spazio date
dall’esperienza a quanto sappiamo non è stato ancora dimostrato; ma in ogni caso ciò non direbbe
ancora nulla contro la continuità delle spazio.
Per quali ragioni poi non si abbia a porre a base dei fondamenti della geometria il continuo nu
merico veggasi la prefazione e l’appendice e il n. 123 di questa introduzione. — (V .di anche 2 nota
n, 97 e 2 nota n. 96).