25Ò
B'
fig. 14.
distanza da A (teoi*. III). I punti B, C, É determinano un triangolo, perchè altri
menti il punto B' sarebbe sulla retta BC contro il dato.
Se (BC) è finito deve esserlo anche il lato (CB'), perchè non può essere
* A infinitesimo (teor. I, 20), nè può essere infinito (coroll. II, teor. I, 20).
Dunque la retta CB' deve coincidere rispetto all’ unità colle due rette,
perchè nel triangolo CB'B i due lati (BC), (CB') sono finiti e (BB') è
infinitesimo (teor. III).
Reciprocamente se (CB') è finito la retta CB' deve coincidere
colle due rette rispetto all’ unità finita.
Difatti le due rette date sono infinitamente vicine, i punti B' e
C sono infinitamente vicini ai due punti B e C ciascuno sulla retta
rimanente, e quindi (BC) deve essere finito sulla retta data AC, per
chè non può essere infinitesimo essendo (B'C) finito e (BB') infinitesimo (teor.
I, 20), nè può essere infinito (coroll. II, teor. I, 20). Ma in tal caso, per quanto si è
detto sopra, la retta B'C coincide con le rette date rispetto all’unità finita. Dunque
se (B'C) e finito la retta B'C coincide con le rette date.
Non può essere (B'C) infinito, perchè (BC) è al più finito e (BB') e infini
tesimo (coroll. II, teor. I o teor. I, 20), dunque se la retta B'C non coincide per
dato con le rette date, il segmento (B'C) deve essere infinitesimo, altrimenti se
fosse finito (int. f, 82) la retta B'C coinciderebbe appunto colle due rette date.
Così è dimostrata la prima parte del teorema.
Ora se due rette AB', AC date, sono tali che i punti B' e C soddisfino alla
condizione del teorema e la retta B'C coincide con una delle due rette, ad es.
con la AC, ciò significa che il punto B è infinitamente vicino ad un punto
di AC (def. I e teor. Ili), e quindi le due rette AB' e AC coincidono rispetto
all’unità data (teor. Ili) (fig. 14).
Coroll. I. Se due raggi che hanno un punto comune A coincidono rispetto
ad un’ unità, coincidono anche i raggi opposti.
Ogni punto dato di un raggio è un punto della retta che lo contiene
(def. I, 7), e quindi ogni punto della retta di un raggio coincide con un
punto della retta dell’altro raggio, vale a dire le due rette hanno gli stessi
punti comuni, ossia coincidono (def. I, 2 e int. def. V, 57). Ma un raggio ha
un solo raggio opposto sulla retta (def. I, 7) dunque i due raggi opposti ai
coincidenti coincidono essi pure (def. II, 7).
Teor. V. Se due rette aventi un punto comune A sono distinte in un campo
finito intorno ad A e rispetto all’unità di questo campo, presi su di esse due
punti B e C qualunque a distanza finita dal punto A, essi determinano un
segmento finito di una retta distinta dalle rette date.
Difatti (BC) non può essere infinito (coroll. I, teor. I, 20), nè può essere
infinitesimo perchè allora le due rette coinciderebbero e non sarebbero di
stinte rispetto all’unità del campo suddetto (teor. IH). Nè può essere che la
retta BC coincida rispetto all’ unità suddetta con una delle due rette, perchè
coinciderebbero per questa unità anche le due rette date (teor. IV).
23. Oss. I. In seguito all’oss. I del n. 22, nella quale abbiamo accennato alla possibilità
che le rette distinte passanti per un punto S rispetto all’ unità fondamentale s, cor
rispondente all’ unità sensibile (oss. I, 21), coincidano rispetto ad un’ unità infinita o