di taluni ambienti si nutrono verso questo principio prevenzioni evidente-
mente infondate?
Incomincio dalla seconda domanda: si obbietta che il Fotocartografo
non & uno strumento universale come i congeneri (meccanici od ottici
secondo il Porro). Rispondo subito che il Fotocartografo à stato realizzato
essenzialmente per la restituzione di aerofotografie planimetriche, poiché
fin dall'inizio previdi che queste fotografie avrebbero finito con l'avere la
preferenza sulle fotografie panoramiche, tanto che ebbi a preconizzare i
voli da alta quota anziché l'uso di camere accoppiate, in una mia Comuni-
cazione all'Associazione Ottica Italiana nel 1934, quando ancora non esi-
stevano gli obbiettivi grand'angolari idonei alla presa fotogrammetrica.
Tuttavia anche il Fotocartografo puo essere impiegato per prese terrestri
o panoramiche, cosicché nulla si oppone, nella pratica e nella teoria,
ad un impiego generalizzato.
L'altra domanda é piü complessa. Col Fotocartografo furono eseguiti
rilievi per centinaia di migliaia di ettari nelle scale dal 500 al 5.000 e più
pa*ticolarmente al 1.000 e al 2.000 per tutti gli usi della ingegneria e del
Catasto. I dati statistici che si possono ricavare dalle migliaia di km. di
sezioni altimetriche di controllo eseguite su terreni aventi caratteristiche
morfologiche le più diverse, dagli Enti pubblici e privati che si sono ser-
viti di tali rilievi in quasi 30 anni di impiego industriale del metodo, docu-
mentano che con camere di distanza focale 20 cm.:
a) per le scale al 1.000 (curve di livello 1 metro) si adoperano nor-
malmente fotografie prese fra i 1.000 e i 1.500 metri sul terreno. Errore
medio altimetrico della curva oscillante far 1/3 e 1/5 della loro equi-
distanza.
b) per le scale al 2.000 (curve 2 metri) prese da 2.000/2.500 metri.
Errore medio altimetrico fra 1/3 e 1/5.
Trascuriamo di proposito le approssimazioni sulle quote dei punti iso-
lati che sono naturalmente assai migliori.
Ne consegue che fra la scala della fotografia e la scala della carta,
si sono raggiunti rapporti fino a 7 ed applicando a titolo di paragone il cri-
terio ora in discussione del coefficiente C (cioé rapporto fra quota di presa
ed errore medio delle curve e non di punti isolati) valori di C fino a 9.000.
Risultati tali dunque da porre il Fotocartografo fra i piü pregiati resti-
tutori autografici col vantaggio di particolari doti di semplicità costruttiva
e di impiego.
Quale dunque la ragione della differenza fra i risultati ottenuti con il
Fotocartografo e gli altri restitutori basati sullo stesso principio?
Tralasciamo i multipli i quali pur essendo basati sullo stesso prin-
cipio hanno tuttavia caratteristiche costruttive troppo semplificate e con-
sideriamo le differenze esistenti fra il Fotocartografo ed i congeneri anti-
chi e recenti.
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