Full text: Actes du 7ième Congrès International de Photogrammétrie (Deuxième fascicule)

  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
   
levassimo un errore di lunghezza e nel contempo nessun errore di grandezza del- 
l’ultimo modello, dovremmo logicamente supporre che si siano verificati errori 
di trasporto di grandezza di carattere accidentale la cui somma sia risultata O. 
Potremmo anche logicamente supporre che essendo risultato, ad esempio, posi- 
tivo l'errore A X, gli errori accidentali di trasporto di grandezza siano stati pre- 
ponderatamente positivi nella prima parte del percorso poiché il loro effetto ha 
influito su un numero maggiore di lati. Con la stessa logica supposizione la corre- 
zione dell'errore A.X non dovrebbe essere lineare, ma quadratica con segno ad- 
dirittura opposto a quello che risulterebbe considerando A X causata da errore 
sistematico. Poiché d'altra parte ripartire un determinato errore di lunghezza 
A X con legge lineare equivale ad apportare una correzione di 1/2 A X a meta del 
percorso, mentre applicando la legge quadratica si apporterebbe a metà percorso 
I/4 A X 6 evidente che una differente attribuzione di tutto l'errore comporta un 
eventuale errore massimo di 1/4 A X nel punto piü sensibile. 
Cosi stando le cose é ovvio che nel favorevole caso di errori di chiusura (in 
questo caso A X) relativamente piccoli, l'applicazione di una o dell'altra formula 
non pregiudica sostanzialmente i risultati finali. Ora é precisamente da tener pre- 
sente che gli errori accidentali allo stato attuale della tecnica sono sempre di entità 
modesta, mentre l'effetto pià notevole é da attendersi anche da modestissimi errori 
sistematici. Cio é spiegato dalla stessa formula. 
Se, per portare un esempio semplice, facciamo riferimento al trasporto di 
azimut, e supponiamo che si manifestino nel concatenamento due errori, uno si- 
stematico e l'altro accidentale, pari ciascuno a 1^, in una catena di 25 vertici avremo 
nell'ultimo fotogramma i seguenti errori : 
AK, vo +5 A K, = 25° 
In presenza quindi di un errore sistematico, il suo effetto deve manifestarsi 
sempre nel risultato finale, anche se esso é stato esaltato o diminuito dall'errore 
accidentale. In altri termini un errore sistematico A K deve provocare un errore 
A Y sensibile e nel contempo il fotogramma ultimo deve rivelare un disorientamento 
sensibile, e cioó in accordo di segno e prossimo in valore assoluto. 
Queste considerazioni sono state alla base del procedimento che cosi rias- 
sumiamo : 
I9) — l'errore sistematico, qualunque esso sia, viene calcolato in base al suo ef- 
fetto nell' interno dell'ultimo modello ; 
29) — in base all'entità e segno della deformazione presa in esame nel detto mo- 
dello viene calcolato il coefficiente di correzione sistematico, e quindi cor- 
retta la catena ; 
3?) — l'errore residuo generale, finale, riferito alla rete geodetica, viene attribuito 
a errori accidentali e compensato linearmente. 
Questa prassi puó essere applicata con qualsiasi metodo. Nel metodo solare, 
basato essenzialmente sul trasporto di K, si prende in esame il A K dell'ultimo 
modello. 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
   
   
    
  
  
  
  
   
   
  
  
  
  
   
    
     
 
	        
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