consentito
tria hanno
ento della
afici furo-
itare.
375 1 primi
er il com-
l'anno suc-
20 del ghi-
no-altime-
seguito con
1 che se ne
mostrarono
j) ausilio ai
topografia,
suo primo
1 un teodo-
: panorami
ientamento
e del punto
-tallici, tesi
anza focale
la graduata
zul a scopo
: di Colon-
e di livello
gentera con
cuni ingeg-
per sempli-
ciclo di ad-
imetrico da
e seguirono,
er 220 km*
cm”,
e impiegato
zone alpine
stereocarto-
'rammetrica
alle scale 1 :
(587)
2000 e 1 :5000 della fronte del Ghiacciaio del LYS (M. Rosa) (1920—1925),
ebbe poi regolare impiego fra il 1929 ed il 1937 per estesi ed organici rilievi in
Valle d’Aosta, Valtellina e Val Camonica (3.300 km”).
2 — Fotogrammetria Aerea. — 1 primi tentativi per la presa di fotografie
dall'alto con lo scopo di ricavare planimetrie geometriche furono effettuati dal
Tenente del Genio Ing. Attilio Ranza nell'inverno 1902—1903, mediante una
comune camera fotografica installata a bordo di un pallone frenato e munita di
una elettro calamita che permetteva di comandare da terra lo scatto dell'ottura-
tore di presa. Ottenute, in tale guisa, delle planimetrie fotografiche della zona
di Roma, il Ranza esegul anche fotografie stereoscopiche del Foro Romano e del
Palatino sospendendo al pallone un sistema da presa fotografica constituito da
due macchine gemelle collegate da un'asta di 5 m di lunghezza. L'esiguità della
base impediva di ottenere delle buone fotografie stereoscopiche oltre i 150 metri
di quota; comunque i risultati ottenuti possono essere considerati eccellenti, in
relazione ai mezzi dei quali si disponeva.
Qualche anno piü tardi il Cap. del Genio Cesare T'ardivo riprendeva le
prove usando un pallone sferico di 65 m?, del peso di 26 kg e del diametro di
5 m ed un draken da 100 m?, pià addatto dell'aerostato sferico data la sua mag-
giore stabilità.
La camera fotografica, di 150 mm di focale e del formato 21 X 21 cm,
veniva sospesa all'aerostato in modo da tenere il piano della lastra il più possi-
bile orizzontale. Durante le operazioni di presa un operatore a terra, munito di
cannocchiale, seguiva gli inevitabili movimenti pendolari della macchina e co-
mandava lo scatto dell'otturatore quando giudicava l’asse della camera il più
possibile prossimo alla verticale.
Con l'accennato procedimento fu eseguito il rilevamento fotoplanimetrico
per una fascia di 50 km adiacente al corso del Tevere, per un tratto della cinta
di Roma e parte della zona Archeologica della Città e si ottenne un mosaico
fotografico alla scala 1:5000 degli scavi di Pompei. Questa documentazione
ottenne un lusinghiero successo al Congresso Internazionale di fotografia di
Bruxelles (1910).
Affermatasi l'aviazione durante la prima guerra mondiale, presso l'Istituto
Geografico' Militare, subito dopo la fine del conflitto, furono intrapresi studi e
ricerche tendenti ad un razionale sfruttamento, a scopo cartografico, delle foto-
grafie eseguite dall'aeroplano.
Per l'aggiornamento delle tavolette al 25.000 di zone pianeggianti gia du-
rante la prima guerra europea era in uso il noto raddrizzatore di fotografie
aeree, denominato Camera chiara di Fiechter (ideato dall'omonimo topografo).
Intanto Ermenegildo Santoni compiva presso l'Istituto 1 suoi studi iniziati
nel 1920 e che portarono alla costruzione, presso l'Officina dell'Istituto stesso e
presso le Officine Galileo, delle macchine da presa aerofotogrammetriche e delle
apparecchiature strumentali di restituzione che dal Santoni prendono nome e
delle quali l'Istituto Geografico Militare si vale ormai quasi esclusivamente per
il rilevamento sistematico delle tavolette al 25.000 e per tutti gli altri lavori di
rilevamento che gli sono demandati.
Di tali realizzazioni tratteremo fra breve.
Dal 1928 fino ad oggi l'Istituto Geografico Militare ha rilevato con me-