Nel 1605 il de Soto dopo vent’anni di servizio statale chiese la
nomina ufficiale di ingegnere, ed il suo maestro Spanochi insieme col
Consiglio, appoggiò vivamente la domanda presso il re, che l’accolse,
accordando il titolo. Due anni dopo lo Spanochi motì e il suo allievo lo
rimpiazzò, assumendo la carica di depositario dei documenti di Stato.
Girolamo de Soto iniziò il nuovo grado recandosi ad ispezionare
i lavori della Guipuzcoa e della Vecchia Castiglia; poi la Cotte lo
inviò a studiare il modo di rendere navigabile il Duetro tra la sua foce
e la città di Zamora, cioè per un tratto di circa 700 chilometri, che
egli visitò minutamente. Intanto era sorta tra le alte autorità militari
una disputa al riguardo del forte San Martino in Santander. Questa
città della costa cantabrica si stende sulla riva di una bellissima rada,
protetta verso nord da una dolce collina; al piede di questa trovavasi
il castello di San Martino quasi isolato sulla lunga spiaggia, che
alcuni reputavano utile, per quanto di poco valore difensivo, men-
tre altri ritenevano dannoso e sostenevano la necessità di un’opera
meglio situata. Allora fu incaricato il de Soto di studiare sul luogo
la soluzione della controversia; ma le cose restarono quali erano per
mancanza di danaro. Con la circostanza l’ingegnere fu inviato anche
a La Corogna per la visita delle fortificazioni ivi esistenti; per tutti
questi viaggi non gli si corrispondevano compensi, cosicchè egli
trovossi in frequenti ristrettezze, e fu obbligato dopo continui
reclami a recarsi di persona a Madrid per sostenere i suoi interessi.
Ritornò nel 1609 a San Sebastiano per proseguirvi i lavori del
tratto di cinta presso la cittadella, cioè nella parte superiore del
castello de la Mota, tra il Belvedere di Sant’Elmo, la garitta di Santa
Chiara e le vecchie mura, secondo i progetti lasciati dallo Spanochi.
Indi passò a Fuenterrabia ed infine si recò nuovamente in Galizia per
risolvere una serie di quistioni riguardanti specialmente i forti allo
ingresso della baia di Ferrol (non lungi da La Corogna), sui quali
pure verteva una forte disputa, giacchè molti capitani opinavano
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