Full text: Gli architetti militari italiani nella Spagna, nel Portogallo e nelle loro colonie (Volume 3)

Alfonso Rubiano, ottimo ingegnere, e il capitano Navarro; di italiani 
vi parteciparono il da Ravenna, Gabriele dei Tadini di Martinengo, Pietro 
Librano. Antonio Ferramolino, un Giovanni Maria, i due fratelli Betto 
e Gerolamo Medici e altti di minore importanza. Il da Ravenna fu 
parte principale di quell’azione in cui egli comandava le artiglierie. 
Del Tadini predetto parleremo in seguito. Il Librano, nato in 
Sicilia, era considerato come tecnico di molto valore; egli lavorò sem- 
pre in Italia. L’ingegnere Antonio (non Ludovico, come è chiamato 
da qualche scrittore) Ferramolino (che gli scrittori spagnuoli scrivono 
Hernan-Molin), bergamasco, allievo del Tadino, nel 1532 aveva 
partecipato, unitamente al capitano Navarro, all’attacco di Corone 
(Morea) eseguito dall’armata spagnuola guidata da Andrea Doria; nel- 
l’azione contro Tunisi gli fu assegnato il compito di dirigere i lavori 
d’assedio, ossia di progettare e costruire le trincee, coadiuvato da 
Giovanni Maria e dal Navatto. Il Giovanni Matia, più propriamente, 
diresse i lavori delle truppe italiane, comandate dal conte di Sarno, 
e ciò dimostra che egli era napoletano. Gli storici rilevano che in 
quell’assedio il Ferramolino si applicò e si prodigò sapientemente. 
Si è accennato che all’azione di Tunisi presero parte anche i 
fratelli Betto e Gerolamo Medici (alcuni scrivono “ de Medici ,,) da 
Casteldurante, ora Urbània, in quel di Urbino; essi dopo la spedizione 
rientrarono in patria, indi si recarono in Francia, ove la nostra storia 
li ritroverà. 
Il Barbarossa, avuto sentore della spedizione, raccolse tutto il suo 
naviglio piratesco (circa 80 galleggianti) parte entro il canale e parte 
nella laguna; indi all’appressarsi dell’armata cristiana, condotta per- 
sonalmente dall’imperatore, sbarcò le artiglierie dalle navi, impri- 
gionò in Tunisi le ciurme, composte di circa 10.000 schiavi cristiani, 
inviò alla Goletta un presidio di 6000 suoi seguaci scelti fra i più 
fidi, comandati da un suo valoroso luogotenente, Hazan Haga, detto 
anche Azam Beì. Questi era un sardo, originariamente guardiano 
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