17. L’impetatore scriveva al Tadino nel seguente modo (dal latino reso in volgare): “Carlo V
per favore della divina clemenza Imperatore Romano sempre augusto:
“al Reverendo, divoto e diletto Gabriele Tadino. — Avendoci significato l’illustre doge
di Genova ch’egli ha un grandissimo bisogno della tua opera per la difesa e conservazione
di cotesta città nostra Imperiale, desideriamo notificare allo stesso, che in sì fatta occa-
sione anche a Noi torna in vantaggio seguire le sue premure. Ti esortiamo adunque che
ogni qualvolta tu sarai dallo stesso Doge richiesto ed avvisato, lasciate in abbandono
tutte le altre cose nelle quali sarai occupato, allo stesso ti presenti, e che attendi alla difesa
della prefata Città con ogni premura, fede ed operazione, e che tu eseguisci tutte l’altre
cose che giudicherai necessarie per il nostro interesse ed opportune alla medesima città
di Genova, e nell’eseguire i presenti nostri comandi tu farai una cosa gratissima ed effet-
tuerai la nostra espressa volontà.
| “Data nella città nostra di Granata l’ultimo giorno di agosto l’anno del Signore
1526, l’ottavo del nostro impero ,,.
segnata: C. N. M. Caes. et Cath. M. — Alphonsus Valdesius.
18. Questo decreto è nell’archivio di Simanca; il testo è stato pubblicato nel Memorial de
ingenieros, a. 1897 (Vita del capit. Pizafio).
19. PAZ; :0p.: cit.
20. HOROCZO ÀA., 2p. cit.
21. Archivio di Simanca; Estado, leg. 63, 1543.
22. Il progetto era nella ‘ Co/eccion ,, di cui a nota 1r.
23. Il nome dello Scrivà c’induce anche a ricordare che lo storico Firmin de Soio nella
sua Biografia del Pizano dice che nel sec. XVI, tra gli altri ingegneri, lavorò nella
Spagna un Luigi Sctrivà, che non è il predetto Pietro Luigi Escrivà; si ritiene, aggiunge
lo storico, ché quegli si recasse colà da Milano e che ‘“ probabilmente ,, fosse spagnuolo.
Però di esso non si hanno altre notizie e non è da escludere che vi possa essere un equi-
voco dello scrittore nel senso che i due citati nomi indichino effettivamente la stessa
persona.)
24. MARTI S., 0p. cit.
25. Il colonnello de Soyo y Lomba, in un’ampia biografia del Pizano, dice di lui, che prima
del 1542, attraverso i documenti compulsati “ non è stato possibile sorprenderlo in
nessun compito di ingegnere militare propriamente detto ,, e notisi ché allora il Pizano
aveva già oltrepassati i sessant’anni; si può anche aggiungere che nei restanti otto di sua
vita, nessuna costruzione fortificatoria di qualche importanza tecnica può dirsi opera sua.
26. L’ ingresso dall’esterno è al primo piano della torre, e vi si giunge salendo una scaletta
e attraversando un ponte levatoio. Dal primo piano si accede al secondo per altra sca-
letta ricavata nella grossezza del muro di gola; dal secondo piano si sale al terrazzo. Gli
ambienti del primo piano delle torri d’angolo erano destinati, uno come magazzino delle
munizioni e gli altri tre come alloggi del governatore, del capitano e dell’artigliere
capo. Sul mezzo del terrazzo un foro circolare corrispondeva verticalmente con altri
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