capace di continuare nell’ Osservatorio le ricerche di astronomia fisica
facendo uso dei cannocchiali a lunghissimo fuoco e senza tubo.
Astronomo e archeologo, Francesco Bianchini, nato a Verona il
13 gennaio -1662, si occupò fin da giovanissimo di astronomia, pubbli-
cando, nel 1680 mentre aveva appena 18 anni, un dialogo di carattere
fisico astronomico contro il sistema di Copernico.'Trasferitosi a Roma
osservò, nel giugno e luglio 1684, le due comete apparse in quel mese,
e scrisse poco dopo un commento sul nuovo metodo proposto da Gian
Domenico Cassini per l’osservazione dei paralassi e il calcolo delle
distanze fra i vari pianeti e la Terra. Il 10 dicembre 1685 osservò pure
a Roma l’eclissi totale di Luna.
Quando, il 26 gennaio 1699, Luigi XIV diede all’Accademia delle
Scienze il suo statuto definitivo, stabilendone le classi e il numero dei
soci francesi e stranieri, il 4 marzo, su proposta del Cassini, Francesco
Bianchini venne nominato corrispondente, e nel 1705 socio straniero.
Sul finire del 1711, il pontefice Clemente XI, che fin dal 1704 gli aveva
dato il canonicato di S. Maria Maggiore, l’incaricava di portare il cap-
pello cardinalizio ad Armando Rohan Soubize, elevato alla porpora
il 12 maggio di quell’anno. A Parigi Bianchini ricevette accoglienze
calorose dalle principali personalità della scienza. Fu assiduo alle sedute
dell’Accademia, alla quale offrì il modello di un ingegnoso dispositivo
che permetteva, nei cannocchiali di lunghissimo fuoco, di ovviare
alla curvatura dei tubi di troppo grande lunghezza. Réaumur ne ha
dato la descrizione, in una memoria letta all’Accademia il 29 luglio 1713.
Essa potta il titolo: « Description d’une machine potrtative propre à
soutenir les verres de très grand foyer... par monsieur Bianchini ». ©
L’eclissi di Sole del 24 maggio 1724 fu per il Bianchini occasione
di numerose osservazioni da lui comunicate all’Accademia. Nel 1828
inviò pure ad essa il risultato dei suoi nuovi studi su Venere. Il
Bianchini morì a Roma il 3 marzo 1729 ['Tav. XVIII].
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