Full text: Dai primordi dell'arte cristiana al tempo di Giustiniano (1)

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rotula, gonfiano ne’ polpacci, si stringono fortemente verso il 
collo del piede; e la pianta del piede, vista di profilo, forma 
un arco e termina in punta acuta. 
Queste conformità non sono le sole, chè tutto si ripete 
nel rotulo di figura in figura. Quelle in atto di camminare 
hanno in modo similissimo i manti svolazzanti, le gambe 
spalancate, le ginocchia piegate, i piedi disposti sul piano; 
i pallî de’ sacerdoti hanno gli stessi risvolti e i lembi ca- 
denti a zigzag; i paludamenti di Giosuè e dell’angelo scen- 
dono in strisce con angoli rientranti ne’ contorni. I monti 
si spezzano in tanti piani triangolari fessi nel mezzo, gli al- 
beri dal fusto liscio e torto stendon la chioma a grasse fo- 
glie ovate, sopra a strane costruzioni con muri curvi e so- 
vrapposte da torrette con lunghe aperture. Tutte queste 
forme convenzionali si debbono al calligrafo copiatore, per- 
chè basta osservare Giosuè, contemplante dall’alto del trono 
lo sterminio dei Re nemici, per comprendere come il mi- 
niatore originale si fosse ispirato ad una statua di Marte, 
cioè a forme che al suo tempo duravano ancora. L’originale 
probabilmente recava i nimbi dorati, perchè il miniatore, 
nel rifarli con un semplice cerchio e col bianco, non seppe 
come schiararli, anzi mise i lumi contrariamente alla luce 
della figura, così da farli parer concavi. E pure dovette ac- 
cader per le lance, che sovente ricevon lume in senso op- 
posto a tutto il resto. 
Un frammento d’Evangelario, che ci dà altri elementi per 
la formazione dell’arte bizantina, è stato recentemente sco- 
perto. Esso ha strettissima relazione col codice di Rossano, 
ed è quello che al principio del 1900 la Biblioteca Nazionale 
di Parigi ha acquistato dall’ufficiale francese De la Taille, che 
lo rinvenne sulla costa nord dell’Asia Minore.' Le cinque minia- 
ture del manoscritto, mirabilmente conservate, rappresentano 
1 OMONT, Manuscrit grec de l’Evangile selon Saint Mathieu en lettres onciales d’or 
sur parchemin pourpre, récemment acquis pour la Bibliothèque Nationale (Journal des 
Savants, mai 1900). 
PI
	        
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