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torre rotonda Bramafam del x1I secolo (fig. 51). A. Susa le torri,
a fianco della porta detta di Savoia e presso la badia di San
Giusto (fig. 52), sono disposte come nelle porte delle mura
romane: porta Latina, Asinaria e Appia. Quelle torri fu-
rono abbassate e ricoperte di lastre di schisto, nel 1789,
quando le mura vennero ridotte a metà dell’altezza, comple-
tamente guaste e in parte abbattute. '
Le torri delle porte e le fortificazioni si coronarono di
merli sin dal 912, come ne fa fede un documento, pubbli-
cato dal Muratori, di una torre «cum bertiscis, merulorunm
propugnaculis, aggeribus atque fossatis ». I merli ‘general-
mente si usarono rettangolari nelle costruzioni difensive del
partito guelfo, a coda di rondine in quelle del partito ghi-
bellino. Ne’ merli si praticarono fessure o feritoie, e nelle
mura de’ palazzi, come nelle cinte delle fortificazioni, alcuni
fori, che servivano a spinger fuori delle baracche sovra-
stanti alle strade. E come i Musulmani mettevan fuori delle
finestre certe gabbie dette muscarabi, così se ne costrui-
rono nelle opere di difesa. Alle porte si fecero rinforzi ©
barbacani, e nel secolo xIII i ponti levatoi: davanti. alle
torri, nel secolo XI si costruì un anteportale, o una clavi-
cula falcata, e più tardi in Lombardia un rivellino quadran-
golare o pentagonale. In alto delle torri era la vedetta, dove
con segnali, con fuochi, con artificî detti mirre, si trasmette-
vano lontano avvisi e ordini. Da torre a torre si combat-
teva come su navi da guerra per aggranfiarsi: la vinta era
mozza o spianata.
In generale può dirsi che prima si costruirono torri e
castelli nelle campagne de’ signori; poi torri cittadine e le
porte delle città; in seguito, al principio del secolo XIII, il
“ol ma» governo del Comune resosi indipendente, si eressero i pa-
ra. Ad lazzi della Ragione o dei Podestà, con l’altissima torre;
e 1 CASALIS, op. cit., XX, pag. 581.