Full text: L' arte romanica (3)

TITO i La 
dere due monumenti insigni, l’uno a Civate e l’altro a Chiara pa 
valle. San Pietro di Civate, chiesa di monaci benedettini, ha il or 
battistero incompiuto, preparato per esser coperto di volta; ner 
la chiesa è costituita d’una sala lunga metri 21.16 e larga 8, , _ 
coperta a travature, terminata da due emicicli, quello a ovest | 
volto ad abside, l’altro a est traforato dalla porta e con due _ 
nicchie laterali.* Sotto l’estremità orientale si stende la cripta peas 
spartita da sei colonne in tre navi. La chiesa, rimaneggiata i 
così come al presente si vede, risale al tempo della costruzione i 
del ciborio e delle decorazioni dipinte e in istucco che ne ador- e 
nano l’interno e la confessione, cioè alla fine del secolo XII. Si 
Tutte le sculture e le pitture sono di tarda maniera bizan- i 
tina: sulle facce della cuspide del ciborio si vede la Croci- o 
fissione, col sole e la luna, il Cristo con breve drappo ai fian- - 
chi, Maria e Giovanni; le pie donne al sepolcro; Gesù che dà i 
le chiavi a Pietro e il libro della legge a Paolo; Cristo in 
gloria, entro una mandorla, sostenuto da angioli. Nella cripta, » 
la Presentazione del Bambino al tempio e, dietro Anna la i 
profetessa, la veduta d’un edificio bizantino; il Transito di 
Maria; la Crocifissione con Maria e Giovanni, il portalancia LAI 
e il portaspugna. Nel Transito la Vergine si vede stesa nel i 
letto con gli apostoli intorno, mentre arriva a benedirla Gesù si 
con un corteo d’angioli volanti, e l’anima di lei, in forma di una ! 
testa nimbata deposta nel seno di un drappo, è portata in cielo : 
da due angioli. La scultura è notevole per l’espressione del por 
dolore nelle labbra contratte degli apostoli, e per il rigoglio - 
delle forme decorative, quale si vede in Sant'Ambrogio, nei ma 
capitelli con i simboli degli evangelisti di quel presbiterio, i 
e nelle decorazioni del ciborio ambrosiano. far 
La chiesa abbaziale di Chiaravalle, principiata intorno al- i 
l’anno’ 1135, fu consacrata nel 1221, come ne fa fede un’ iscri- 
zione conservata ancora nel chiostro, riportata nel volume IV 
delle Antichità longobarde-milanesi.* La chiesa è a tre navate, 
I Cfr. tav. XIX del DARTEIN, op. cit. 
2 Milano, 1793. 
Da
	        
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