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Mentre Wiligelmo e Niccolò scultori diffondevano l’arte
loro nell’Emilia, a Cremona e a Verona, dalla terra di Cam-
pione e da altre sulle rive del lago di Lugano, da Bissone
(paese sulle rive del Ceresio, appartenente ai benedettini di
Sant’Anmbrogio di Milano *), da Como, dalla valle Antelamo
presso il lago Maggiore, ° partivano muratori e tagliapietra
per molte vie. Adamo, da Arogno in quel di Como, co’ suoi
figli costruiva buona parte del duomo di Trento (1205-1212),
e probabilmente non è quello stesso Adamo che lavorò nelle
porte del Sant'Ambrogio, dove è segnato il suo nome. An-
selmo da Campione lavora: negli anni 1190-1208 a Modena
co’ suoi figli Alberto, Jacopo e Otacio, promettendo di lavo-
rare in perpetuo nella chiesa del santo; ed Enrico da Cam-
pione, nipote di Anselmo e figlio di Otacio, stipula una con-
venzione, per sè,.i suoi figli’ed eredi e per i suoizii, i loro figli
e successori, tosto che fossero maestri nell’arte, e infine anche
per altri maestri «sufficienti e necessari che se condurranno
col consenso del Massaro ». 5 Mentre questa tribù di Campio-
nesi viveva a Modena, un’altra anche più numerosa di 71a-
sistri Antelami teneva il campo nell'arte a Genova, e tra
essi sono ricordati, l’anno 1181 nell’archivio genovese di San
Giorgio, Martino e Ottobono.* Da Bissone provenne Giam-
bono, lo. scultore dei leoni (1281) che reggono le colonne del
portico del duomo di Parma ;° da Como partirono Guido e
Guidetto a portare in Toscana il fiore dell’arte lombarda.
Questi nomi s’incontrano però nel periodo romanico inol-
trato, e non bastano essi e gli altri a dar valore alla leg-
1 L. A. CERVETTO, / Gaggini da Bissone e le loro opere - Contributo alla storia
dell’arte lombarda, Milano, 1903.
2 GIULINI, Memorie milanesi, t. III, pag. 239.
3 A. Donpn1I, 77 Duomo di Modena, Modena, 1896.
4 Monum. ist. pat., edita jussu C. Alberti, t. II, doc. CCX e*seg.
$ PEZZANA, Storia di Parma, t. 1, appendice, pag. 43.
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