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| tezza o un baldacchino dell’altare. Ne persuade l’osservazione dei
ian due tronchi all’esterno della chiesa del castello delle Carpi-
si nete, che non sono frammenti d’una stessa colonna, bensì
ito,
Fig. 263 — Modena, Museo Civico. Capitello, terza faccia
l’imoscapo di due, e la colonnina dell’interno della chiesa.
Un’altra base nella chiesa di Poiago, capovolta, serve ora
da pila per l’acqua santa; ha la forma tipica delle basi roma-
niche, essendo formata d’un plinto a due tori divisi da una
scozia, più le foglie protezionali agli angoli, di cui una a foggia
santo di testa d’uccello con becco ricurvo aquilino, e l’altra è adorna
teri ia d’alcune fogliuzze, le quali (per quanto lascia supporre la loro
O piccolezza e semplicità) corrispondono alla maniera di quelle
“SO dei capitelli delle Carpinete e di Modena. Anche la patina del
. ai È marmo è identica, e di perfetta corrispondenza sono le pro-
E porzioni, la base essendo larga centimetri 44 ‘/,, alta 23, con
e i circonferenza di circa go centimetri. Così può ricostruirsi ideal-
E a mente uno dei problematici sostegni in San Vitale delle Car-
o Pinete, la cui altezza totale, di quasi un metro e mezzo, poteva
- convenire benissimo a un ambone piuttosto che a un ciborio,
’ o chè sarebbe riuscito troppo pesante. L’autore del pontile
spo