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quat stesso, senza però ammettere che tutti insieme provengano
dal suolo di Provenza. L’Antelami si presenta a noi per la
prima volta nel 1178, per l’ultima, come dicemmo più innanzi,
nel 1233. Questi cinquantacinque anni sono ben pieni con le
opere che descriveremo di Parma, Borgo San Donnino, Ver-
celli, Cremona, Milano. Prima del 1178, quando l’artista do-
veva essere appena ventenne, difficilmente avrebbe potuto,
percorrere la Provenza, la Borgogna e il Settentrione della
Francia, come vuole lo Zimmermann. È più naturale l’am-
mettere che dall’arte provenzale affluente nelle contrade del
Fig. 275 — Fano, Arcivescovado. Frammenti delle sculture del duomo
Piemonte e del Monferrato, il maestro del pontile, imme-
diato precursore dell’Antelami, e l’Antelami stesso abbiano
ricevuto preziosi elementi per il loro artistico sviluppo. Edu-
cato, erudito in una forma d’arte ispirata principalmente a
quella de’ sarcofagi romani, così come s’educarono ed erudi-
rono i più antichi scultori di Provenza e di Borgogna, l’An-
telami ebbe dagli scultori di Francia una più larga trama per
ordirvi le sue figure, i materiali più abbondanti e ricchi dell’arte
fi LAZ francese per le sue invenzioni. Certamente la Provenza ebbe
a una fioritura nell’arte scultoria, che da Arles e da Saint-Gilles
roonziischer si estese a Chur, a Romans, Nîmes, in Maguelone, nel chiostro