Full text: L' arte romanica (3)

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ma si fondono; il manto si drappeggia più ampio, non forma 
cordoni e reste di pesce, non lascia spuntare come bugne 
le ginocchia: tutto è più vero, nelle proporzioni, nelle forme 
più giusto. 
In uno stipite della porta, dove è rappresentato Cristo 
giudice, sono disposte in sei gruppi le opere della miseri- 
cordia (fig. 298), entro spazî chiusi da colonnine, con archi 
sospesi sotto le fasce di divisione. L’artista incomincia dal- 
l’opera di alloggiare i pellegrini, ch’ei simboleggia con una 
figura togata in atto di confortare un pellegrino il quale, 
stanco dal lungo viaggio, s’appoggia alle stampelle; e con- 
tinua con quella della visita agli ammalati: un pietoso tiene 
tra le mani il piede sinistro piagato d’un infermo; nel terzo 
compartimento, un vecchio dà cibo a due poveri; nel quarto 
un altro dà da bere agli assetati; nel quinto un misericordioso 
signore porge qualche moneta a un carcerato; nel sesto mette 
indosso una tunica ad un uomo ignudo. Manca qui la set- 
tima opera della misericordia: seppellire i morti. 
A riscontro di questo stipite sta l’altro, ov’è scolpita la 
parabola dei lavoratori della vigna esposta nel Vangelo di 
San Matteo. La vigna è rappresentata da due tralci di vite 
insieme attorcigliati, i quali, movendo a $ lungo lo stipite, get- 
tano pampini e grappoli or dall’una or dall’altra parte. Negli 
spazi che risultano dai giri de’ tralci, vedonsi gli operai che il 
padre di famiglia mandava a coltivar la vigna nelle diverse 
ore del giorno (fig. 299). Le iscrizioni ricavate dalle dichia- 
razioni di Sant’Agostino sulla parabola di San Matteo spie- 
gano i gruppi differenti e la progressione delle diverse ore 
del giorno, nelle quali Sant'Agostino medesimo vide adom- 
brata la progressione dell’età del mondo. Sull’orlo inferiore 
dello stipite sta scritto: PRIMA ETAS SECVLI, e sopra, un vec- 
! Sono le sei opere indicate da San Matteo, ma in ordine diverso. (V. DIDRON, Les 
@uvres de miséricorde, negli Annales Archéologigues, 1861, pag. 195 e seg.). Il secolo XII 
aggiunse la settima. Sei sono nella coperta d’un manoscritto del x1l secolo, proveniente 
dalla certosa di Grenoble, ora a Londra; sei nel fonte battesimale di Hildesheim, del 
1220. CITCa.
	        
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