Full text: L' arte romanica (3)

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squarta il maiale (Novembre); un villico che taglia la legna, 
e il capricorno (Dicembre); un re che beve in un nappo 
portogli da un coppiere (Gennaio); un uomo che vanga, e 
il segno dei pesci (Febbraio). Qui si riconosce la mano del- 
l’Antelami, comparando queste rappresentazioni con le altre 
del battistero, e specialmente l’uomo a cavallo e il mieti- 
tore, che sembran tratti da una stessa stampa. Probabilmente 
il maestro scolpì i mesi nel principio del secolo XIII, quando 
si rinnovava la cattedrale di Cremona; nè si limitò a quelle 
sole rappresentazioni l’ Antelami, perchè nel battistero di 
Cremona c’è traccia di lui in una mensola, dov’ è una testa 
con contorni di capelli e trecce, e nel Museo Civico cremo- 
nese ne’ due capitelli sotto il n. 146. Un segno della sua scuola 
può anche vedersi nelle mensole di qua e di 1là della porta 
della cattedrale, con chimere e demoni (fig. 308, 309), in 
un capitello del pronao, e in due piedritti sui capitelli del 
pronao medesimo, dov’è un contadino che suona un corno 
e un re con un ramo fronzuto nella destra, parti d’un’altra 
rappresentazione di mesi. 
Probabilmente in queste ebbe mano uno scultore vero- 
nese, e certo nelle altre del duomo di Ferrara lavorò il mae- 
stro che aiutò l’Antelami nello zooforo del battistero, come 
si può vedere nelle rappresentazioni dei mesi incassate entro 
nicchie rettangolari. In una lastra (fig. 310), Settembre ven- 
demmia, Gennaio in figura di Giano porta un mesciacqua, 
Dicembre fa le grasce; in una seconda (fig. 311), Marzo suona 
un corno e Aprile incoronato tiene un fiore, Luglio batte 
il grano, Agosto prepara il lino. Anche qui la fonte della 
ispirazione è nel battistero di Parma; ma le teste giovanili, 
dalle guance pienotte, dal mento puntuto, ridenti, sono del 
maestro veronese dello zooforo, che imitò l’Antelami anche 
nel tagliare la convessità del bulbo dell’occhio con un piano 
circolare. Il vendemmiatore a Ferrara, benchè in senso inverso, 
è in fondo lo stesso dell’altro di Cremona; e così dicasi del 
contadino che guida i cavalli e dell’altro che cerchia le botti.
	        
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