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della maniera più progredita dell’Antelami. Queste figure
sono segno che in Sant'Andrea di Vercelli l’artista spese
gli ultimi anni della sua vita operosa, la quale si chiude con
la scultura della statua equestre del podestà Oldrado da Tres-
seno, di Lodi, nel palazzo della Ragione in Milano (fig. 325),
eseguita l’anno 1233, data che si legge sotto la statua:
MCCXXXIII DOMINVS OLDRADO DE TREXENO POT. MEDIOLANI.
E più in basso si ricorda:
ATRIA QVI GRANDIS SOLII REGALIA SCANDIS
CIVIS LAVDENTIS FIDEI TVTORIS ET ENSIS
PRESIDES HIC MEMORIS OLDRADI SEMPER HONORES
QVI SOLIVM STVXIT CATHAROS VT DEBVIT VXIT.
Oldrado da Tresseno, che innalzò il palazzo della Ra-
gione a Milano, fece imprigionare e bruciare gli eretici,
qui ci appare come il San Giorgio della cattedrale epi-
scopale di Parma. Il palafreno ha l’andatura solita dei ca-
valli dell’Antelami, ma qui è più nobile ed elegante; la
clamide del San Giorgio si muove ancora all’indietro in OL
drado da Tresseno, il piede destro nella staffa punta come
quello del santo cavaliere. Così la statua equestre, il monu-
mento eroico per eccellenza, riapparve nel palazzo del Po-
polo, sul prospetto d’una piazza pubblica, dopo tanti secoli
dall’ultimo monumento equestre di Teodorico in Ravenna,
e per opera del più grande scultore romanico dell’Italia set-
tentrionale. La figura di Oldrado, giovanile, semplice, timida,
ha l’espressione meditabonda propria alle figure dell’Ante-
lami, la cui ultima opera, eseguita a settantacinaue anni al-
meno, riassume gli sforzi della vita sua, le sue tendenze verso
la severa eleganza, la dignità e la castità della forma.
I seguaci di lui nel battistero di Parma e a Borgo San
Donnino ingrandirono e ingagliardirono i suoi esili corpi,
e dettero loro un’aria energica, ferrea, qualche volta truce;
ma il nobile maestro si estolle specialmente co’suoi esem-
plari della Deposizione, della Purificazione, della Fuga in