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Infine ad Acquanegra sul Chiese sono rappresentazioni
dell’ Eneide (di cui qui [fig. 412] si vede un tratto, Sidone sul
cavallo), * che per l’argomento richiamano le altre del ratto
d’ Elena, nel duomo di Pesaro; * e a Ravenna, i resti del pavi-
mento della chiesa di San Giovanni Battista, fatto eseguire
nel 1213 da Guglielmo abate a ricordo della terza crociata: « In
tanti quadrati sono espressi due in atto di stringersi la mano;
due che si parlano dall’alto delle torri; una figura con un ramo
d’olivo; un ambasciatore avanti l’imperatore, in atto di con-
segnargli una pergamena; una coorte di guerrieri vestita di
maglie; varie navi in lotta fra di loro e col mare in tem-
pesta, e finalmente una battaglia presso le mura sulle quali
è scritto Costantinopolim ».° Intorno a queste rappresenta-
zioni, i soliti animali e mostri, un cervo, un lupo, un grifo,
dei pesci, una sirena, un bue, una pantera, ecc. 4
I musaici datati ci permettono di concludere che tutti
questi pavimenti appartengono all’età romanica. Il più an-
tico, quello di Santa Maria della Pomposa (a. 1036) ha già
i; mostri favolosi, che accompagnano tutte le rappresenta-
zioni: 5 l’altro dei Santi Maria e Donato, a Murano (a. 1140
’ ’
I MATTEUCCI, Le chiese del Mantovano, Mantova, Segna, 1902. Riproduciamo anche
un altro tratto del musaico di Acquanegra, ispirato all’antico motivo degli uccelli che
bevono in un cantaro (fig. 413).
2 CARDUCCI, Sul gran mosaico scoperto recentemente in Pesaro, Pesaro, 1866. Il
Carducci assegnò a remota antichità il musaico, pur distinguendo in esso due parti.
G. B. de’ Rossi (Osservazioni sopra il musaico testè discoperto nella cattedrale di Pesaro,
in Bollettino dell'Istituto di Corrispondenza archeologica, a. 1852, pag. 25) mostrò di pro-
pendere a dare la parte più recente ai tempi carolingi invece che a quelli di Giustiniano.
A noi sembra del x11 secolo, tenendo conto della rappresentazione della leggenda della
guerra di Troja, secondo il poema di Benedetto di Sainte-More (a. 1160 circa) e di altri
simili poemi; della iscrizione dove si legge ad es. REX TROGE; e delle rappresenta-
zioni bestiarie, tra le quali si trovano le LAMIE, spiriti maligni notturni a cui si attri-
buiva il maleficio di suggere il sangue de’ fanciulli, nella forma stessa in cui si tròvano
nel chiostro di Sant’Orso, nel tabernacolo della chiesa di San Clemente in Casauria, nel
chiostro di Monreale, cioè come uccelli pennuti a testa umana, con berretto a corno.
Il Carducci non tien conto della rappresentazione del giuoco degli scacchi, Zudaus Trojae,
che bastava di per sè a determinare la fonte a cui ricorse il musaicista.
3 Ricci, Guida di Ravenna, Bologna, 1897, pag. 67; Ip., La pittura romanica nel-
P Emilia e gli affreschi sulle arche di San Giacomo in Bologna, in Atti e memorie della
Regia Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, Bologna, 1886.
4 Vedi la tavola XII dell’opera citata di Aus’m Weerth.
5 Uccelli, animali mostruosi, un lupo, una sirena, posti in tanti scempartimenti sepa-
rati, si vedono nella Pieve Terzagni nel Cremonese (AuS’M WEERTH, op. cit., tav. VII).