Full text: L' arte romanica (3)

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secolo XII o principio del XIII a Ravenna, in San Savino I 
stesso nel duomo di Pesaro, nella cattedrale di Reggio Emilia, n 
il simbolismo vien meno e la storia o la leggenda della guerra 
di Troja o i poemi cavallereschi ne prendono il posto. 
La miniatura nell’Italia settentrionale trovò la sua culla 
nei monasteri, e continuò per molto tempo nei metodi ca- 
rolingi, quando non risentì il più diretto influsso delle scuole 
nordiche e dell’arte coltivata ne’ conventi del Reno. Dopo 
il Mille, sino alla metà circa del secolo XII, i miniatori si 
limitano a disegnare a penna ornati e figure, a campire i 
fondi di quelli e a metter tinte ad acquerello in queste tra 
contorno e contorno." Il codice di Donizone nella Biblioteca 
Vaticana (vat. lat. 4922) ci mostra la tecnica invalsa al prin- 
cipio del secolo XII:*? preparare a contorni neri le figure e 
con segni rossi le orlature, i cerchietti e altre parti acces- 
sorie; cercare effetti con tratti or più sottili, or più grossi, da 
calligrafo, e con masse nere ne’ capelli, ne’ piedi, ne’ fondi 
degli ornati, così come farà poi in seguito l’incisore in legno. 
In generale le tinte poco grasse lasciano trasparire i segni 
preparatorî; quando sono grasse, a corpo, si stendono ma- 
lamente, a fatica, sulla pergamena; gli ornati sono di grande 
precisione, e sembran ritrarre marmi con paste vitree nei 
fondi, od opere niellate o di commesso. Anche nell’Apcca- 
lisse di Garcia, miniatore (Bibl. Nat., ms. lat. 8878), i con- 
torni delle figure sono segnati con determinatezza e con 
rigore geometrico dalla penna tinta di colori diversi, e tra 
! Il graduale di San Gregorio Magno, nella Biblioteca Angelica di Roma (n. 1039), 
illustrato dal Narducci (Catalogus codicum manuscriptorum. Biblioth. Angelicae, I, 
Romae, 1893), è ispirato a forme carolingie. (Cfr. Atlante paleografico artistico di F. Carta, 
C. Cipolla e C. Frati, Torino, 1899). — La « Esposizione del Vangelo di San Luca » del 
Ven. Beda, nella Biblioteca Nazionale di Torino (cod. D. III, 16), pure del secolo xI, 
scritto da Ardericus, contiene figure a penna, con colori rosso. azzurro e verde. (Con- 
fronta l’atlante suddetto). 
2 V. DONIZONIS, Vita Mathildis (Monumenta Germaniae Historicae. Scriptores, t. XII, 
pag. 348). c
	        
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