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in giù e tiene per il guinzaglio il bracco, alla presenza di
un pettirosso e di un’anitra selvatica, ecc.
Un altro codice, nella Biblioteca di Metz (fig. 435), inizia
la maniera di transizione dallo stile bolognese, filettato, al
secondo, pieno e magnifico, * di cui sono esempio le Decre-
tali della Biblioteca Vaticana e i manoscritti di San Michele
in Bosco. Ancora un codice della Biblioteca di Torino (mano-
scritto E, I, 8) può segnare il passaggio dalle tinte piatte, senza
impasto di colori, ai codici vivamente e riccamente colo-
rati, che rappresentano il massimo sviluppo della miniatura
bolognese al principio del secolo XIV. Il manoscritto torinese
contiene l’/n/ortiatum, ossia una parte dei libri del Digesto.
Una delle miniature (c. 103 r.) contiene la rappresentazione
figurata del libro XXX, intitolato De legatis et fideicom-
missis, cioè il notaio che siede in atto di mostrare il testa-
mento ai legatarî e fidecommissarî, i quali toccano i libri
VE
Fig. 433 — Lainz-Wien, Biblioteca Rossiana. Ms. VIII, 194
aperti o le disposizioni del testamento (fig. 436). Nella ini-
ziale U di Ulpianus si racchiude la mezza figura del giure-
consulto romano. Intorno e a piè di pagina figure decorative
e .capricci pittorici che richiamano il codice di Lainz-Wien.
Ascarte 119 r., e a capo del libro XXXI del Digesto,
che comprende il titolo secondo De. legatis et fideicommissis,
è:illustrata la legge di Ulpiano, /7n arbitrium, ecc., in cui si
1 Nella cattedrale d’ Oristano si conservano circa venti libri corali con miniature di
carattere bolognese, appartenenti alla prima maniera qui indicata.