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prova e riprova le sue forze, fino alla vittoria completa, e
ad essa prendono parte non solo tutte le classi della popola-
zione, ma anche i vescovi da essa medesima eletti a capo della
città, e abati e priori benedettini, ed elementi di fuori accorsi
in suo aiuto, popoli e principi, papi e imperatori. È in quel
secolo che il vescovado barese comincia ad assumere un’im-
portanza e una supremazia politica e religiosa assai notevoli,
per cui in tutto il resto del medio evo apparirà come a capo
della regione e in rapporti così vivi con i principi del reame
di Sicilia. Dal canto loro i benedettini non istanno fermi,
ma progrediscono di continuo in grandezza e potenza. Avendo
intuito il fato futuro dell’Italia meridionale, allearonsi stret-
tamente con i capi delle milizie normanne, che da aiutatori
degl’insorti mutaronsi presto in veri e propri conquistatori,
e ne diventarono i sostegni più fidi e sicuri, ricevendone in
cambio forte protezione e triplicate ricchezze prediali ».
Appena chiuso non vittoriosamente il primo periodo della
rivolta contro i Greci, Bari, per l’attività del vescovo -Bi-
sanzio e più del suo successore Niccola, fu dotata della cat-
tedrale, che, iniziata fra il 1024 e il 1028, dovette esser già
compiuta nel 1064, quando vi si tenne un sinodo."
Più tardi, al tempo di Alessandro ILL, intorno al 1178,
vi fu aggiunta la nave trasversa, e allora dovette essere
voltata nel suo centro, sulle quattro arcate della crociera, su
cui s’imposta il tamburo ridotto ottagonale da quattro archi
pensili, la bella cupola (fig. 464), bassa calotta, a sesto elis-
soidale, coperta a scaglie; e il tamburo ottagonale s’inco-
ronò all’esterno di un fregio, e si decorò tutt’all’intorno di
colonnine come la cupola di Caserta Vecchia. Alle estremità
della crociera si eressero ad un tempo le torri campanarie.
Fu quello il periodo decisivo della costruzione della catte-
drale, chiuso nel secolo XIII, quando si eresse l’altar mag-
giore col ciborio scolpito da Angeramo di Trani fra il 1228
1 A. AVENA, Monumenti dell’Italia meridionale, Roma, 1902; NITTO DE ROSSI, Codice
diplomatico barese, 1, pag. 102.