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però che si scolpivano quelle rozze cose, l’Italia meridionale
si popolava di chiese composte coi frammenti dell’antico.
A Sessa Aurunca sono bassorilievi con maschere sceniche
sulla facciata della cattedrale; nella chiesa dell’Annunziata
presso Scala, pezzi di cornicioni romani, colonne e capitelli
classici, uno corinzio reggente la pila dell’acqua santa; nel
duomo di Caserta vecchia, le colonne in gran parte antiche;
nel portico della chiesa di Sant'Angelo zzz Formis, rocchi di
colonne, capitelli e basi romane; a Capua, nel duomo, v’è un
Fig. 495 — Atrani, San Salvatore. Transenna
sarcofago romano rappresentante la caccia al cinghiale cali-
donio, e, nel campanile, vediamo teste romane incassate nei
muri; nella piazza maggiore, antichi frammenti figurati per
ogni dove. A Gaeta, la base della torre della cattedrale è
rivestita di cornici divelte da monumenti classici, e all’en-
trata della cattedrale stessa vi sono due sarcofagi de’ bassi
tempi, rilavorati nel secolo XII. Ad Aversa, a Cava de’ Tirreni,
a Minturno, ecc., l’antico fa le spese al nuovo. Tutta quella
| virtù d’arte bastò a fare aprir bene gli occhi degli scultori,
che sin dalla metà del secolo XII gareggiarono con l’antico.
Sculture della Campania non ispirate a modelli classici si
possono vedere a Capua, nella porta di San Marcello (fig. 496),