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e trovò «la grandiosità della sua arte di narratore » nelle
storie delle traslazioni di San Magno, e un vero impeto nella
volta dove si slanciano i ventiquattro seniori dell’Apoca-
lisse* (fig. 663). Mentre lavorava ad Anagni gli fu compagno
un monaco, che dipinse a Subiaco, pure dipendente dall’arte
bizantina diffusa nei conventi benedettini.
La differenza tra il pittore delle traslazioni e il monaco
sublacense sta in questo: che mentre il primo attinge l’arte
sua più direttamente dalla fonte greco-orientale, il secondo
la trova elaborata nella scuola del monastero. Solo la misura
della maggiore o minore distanza delle opere pittoriche dalle
fonti bizantine può darci il modo di riconoscere quali sieno
le pitture indigene © quali no, senza cadere nell’errore co-
mune o di chiamar tutto bizantino o tutto italiano.
Un’altra opera pittorica nella grotta di San Tommaso, con-
giunta per un andito alla cripta della cattedrale di Anagni,
è della mano d’un artista del tempo stesso de’ pittori della
cripta, pure educato alle forme bizantine, che tuttavia svi-
luppa la parabola delle vergini folli e delle sagge, in luogo
della condanna dei reprobi e dell’esaltazione dei giusti, in una
forma nuova, facendone delle vere attrici nel dramma del Giu-
dizio finale.’ Un’altra opera pittorica nella cripta di Santa
Maria delle Fratte ci mostra due mani, una rozza: e l’altra
delicata, * tutta eleganza bizantina, che palesa la sua fratel.
lanza col pittore delle traslazioni di Anagni (fig. 664); mentre
altre opere nell’abside della cattedrale di Foro Claudio, di
San Niccolò a San Vittore presso Montecassino, di Sant’An-
gelo in Formis (ad eccezione delle figure schiettamente bi-
zantine della facciata), dell’Annunziata presso Scala, ci mMa-
nifestano la tradizione bizantina coltivata nei monasteri.
1 Intorno a questi affreschi il lettore confronti lo studio citato di Pietro Toe:ca, che
1i illustra in modo compiuto e profondo
2 Così ha determinato con sicuri confronti il Toesca, ma non con altrettanta sicu-
rezza chiamò il monaco col nome di Frater Romanus, e pensò che egli fosse venuto
d’Oriente.
3Cfr: TORSCA, Op. Cit.
4 Idem.