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abbiano suggerito alcuna imitazione nelle regioni limitrofe, ”
così da dover aspettare il principio del xII secolo perchè se!
il Sant'Ambrogio di Milano, monumento straordinario, fa- bo
cesse scuola, e la facesse dapprima nel settentrione della i
Francia, e l’Italia lo imitasse negli ultimi anni del xXII secolo, i
attraverso gli esemplari giunti di Francia. Ci vorrebbero ben I
altre supposizioni e non così inverosimili per far concor- -
dare l’assegnazione del Sant'Ambrogio al IX secolo e i fatti
d’altra parte acquisiti alla storia dell’architettura ».
La forma romanica a crociera fu per le scuole nordiche
una forma rapida di transizione all’arco acuto e alla volta
ogivale; e precocemente nell’ Ile-de-France si passò alla so-
stituzione del tutto sesto sopraelevato alla fusione di quel-
l’arco a quella volta, fusione che trasformò l’architettura
religiosa sin dalla prima metà del xII secolo. Frattanto la
elevazione delle chiese divenne maggiore, attenendosi in ge-
nerale gli architetti alle proporzioni dedotte dal triangolo
egiziano, che servì all’erezione della piramide di Cheope, cioè
da un triangolo isoscele tracciato sull’asse di due piloni, e
avente otto parti per base e cinque d’altezza. Di esso Viol-
let-le-Duc* trovò l’applicazione a San Saturnino di Tolosa,
ed Edoardo Arborio Mella nella cattedrale di Ventimiglia
Ligure e nella chiesa dell’abbazia di Santa Fede, presso Ca-
vagnolo al Po * (fig. 33), tracciando una linea dal centro d’un
pilo all’altro opposto, e formando su di essa un trian golo
isoscele, con l’innalzarvi nel mezzo una perpendicolare corri-
spondente a cinque parti della base, la quale giunge alla linea
del piano de’ matronei. |
Le cupole nelle chiese romaniche si replicarono sulle cam- tr
pate della nave maggiore, anche sulla crociera e sul coro, come
nella chiesa del santo a Padova (fig. 34); ma in generale si eleva-
rono sul quadrato delle navi trasverse, poggiando, come a
I ViorLET-LE-Dvc, Dictionnaire raisonné de l'architecture francaise, Paris, 1869,
vol. VII, pag. 540.
2 MELLA, Elementi, cit.