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Santa Maria in Betlemme a Sassari richiama invece il tipo
delle chiese liguri per la porta a strombatura e il grande ro-
sone, oggi otturato. Siamo già nel tempo in cui Pisa non
solo insegnava, ma imperava in Sardegna. Come a Pisa nella
cattedrale sopra una porta si hanno fregi antichi, così Ca-
gliari nel suo duomo mette sulle porte fregi classici. Nel 1257
Guglielmo conte di Capraia, giudice di Arborea, stringeva
d’assedio la rocca di Cagliari. Vinti i Genovesi, corsi ad aiu-
tare i Sardi, Cagliari fu conquistata; e i Pisani, in rendi-
mento di grazie a Dio, vollero ricostruire e abbellire la chiesa
di Santa Maria. Le porte della Sardegna all’arte pisana
sempre più si spalancarono, e allora Guglielmo, probabil-
mente da Pisa, si recò a scolpire il pulpito per la rinnovata
cattedrale cagliaritana.
Ma il gotico, che aveva già fatto le prime apparizioni,
comincia ad affermarsi più sentitamente nelle costruzioni
sacre e civili. Il monumento tipico dell’arte gotica in To-
scana, San Galgano (1218-1300),! diffondeva a Siena, a Prato,
a Pistoia, a Firenze, a Pisa, a Orvieto e a Grosseto le sue
forme (fig. 773). In Sardegna il gotico s’afferma nella nuova
cattedrale cagliaritana, e si disegna negli archetti trilo-
bati sostituiti a quelli a tutto sesto e ne’ fascioni sagomati
sostituiti alle colonnine delle false gallerie, a Iglesias, nella
chiesa de’ Cappuccini e nella cattedrale eretta dal conte Ugo-
lino, così ricordato nell’iscrizione: DOMINO VGOLINO DEI BO-
NORATICO DELLA SEXTA PARTE DEL REGNO DI CAGLIARI ED
ORA PER LA GRAZIA DI DIO POTESTATE DI PISA. Ma ben
presto lo stendardo aragonese, sventolando sulla guglia del
duomo di Cagliari, dava il segno d’altre tendenze dell’arte
e della vita della Sardegna.
La pittura a Roma, sin dalla seconda metà del secolo x,
si coordina all’architettura e la riveste di colori in una forma
I ANT. CANESTRELLI, L’abbazia di San Galgano. Firenze, Alinari, 1896.