— 73 —
a base, e Questa facciata rimase compiuta nel primo anno dell’im-
come nei pero di Arrigo VII, cioè nel 1 313, come ne faceva fede una
antica iscrizione appostavi, ora perduta:
ANNO MILLENO TRECENTO TRES DATO DENO
CESAR ET ENRICVS ANNVS REGNANDOOQVE PRIMVS
GVGLIELMVS SANE PISANVS SVMITE PLANE
HIC_OPERIS FACTOR CAPVTI EXTAT ET ORDINIS ACTOR!
Si volle anche fra’ Guglielmo autore del pulpito disfatto
di San Michele in Borgo, che, come dimostreremo in seguito,
fu opera d’un discepolo di Giovanni Pisano, tanto scarni-
ficato nelle forme, quanto fra’ Guglielmo fu pieno.
Non richiamiamo le altre opere d’architettura che gli
furono attribuite, alla facciata di Santa Caterina a Pisa, il
campanile della badia a Settimo, perchè già fu provato ad
evidenza l’errore;* e solo ricordiamo infine, come opera del
frate, il frammento d’una pila con un gruppo d’acoliti, ac-
quistato non ha guari per il Museo Nazionale di Firenze
(fig. 49). Morì fra’ Guglielmo a Pisa, nel suo convento di
Santa Caterina, dopo aver vestito l’abito dell’ Ordine cin-
quantasei anni, ed insegnata, a quanto si suppone, l’arte sua
a frate Fazio, « conversus, magister sculpturae », che morì
nel 1340.î Ma nel terreno monastico la semenza di Nicola
d’Apulia poco fruttificò. L’opera stessa di fra’ Guglielmo lo
dimostra: l’arte fu per lui un giogo di più; nella sua cella
riuscì a stampare imagini, non a crearne.
Un altro discepolo di Nicola d’Apulia, maggiore d’età
1 mediana di Giovanni Pisano, fu Arnolfo di Colle di Val d'Elsa. Già
1! D. GUuIDONIS-GRANDI, op. cit., pag. 144.
i :
jeggiatoro 3 e e qui e ecc., I, 113. Notisi però che la Cro-
2ZZO 1N SU, naca del convento di Santa Caterina avverte che fra’ Fazio longo tempore fuit
portarius Conventuo