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s’imposta SE RN ! ’ a: FO SaS no
1 fondò di Questo è il tiburio, l’ara pacis de’ cristiani, che Arnolfo
a : : ; : .
A Come eresse in San Paolo fuori le mura, col suo socio Pietro." Chi
le ali di sia questo Pietro si è molto discusso, ma noi già esponemmo
n le ali di- sie : : ;
i le ragioni che servono a identificarlo col grande pittore ro-
si nel tim- - i
Li: mano Pietro Cavallini.
i, non ma- sia .
i devi La forma dei ciborî romani ebbe da Arnolfo un nuovo
cate degil sio A » se
veri 8 esemplare, che fu imitato a San Giovanni in Laterano e a
osteriore si : i sie ,
De i : Santa Maria in Cosmedin. E Pietro Cavallini servì certo a
ittorie, si ; i i :
. diffonderne il tipo, operando con Arnolfo nel ciborio di
come cosa ; : va si
I sl San Paolo fuori le mura, ch’egli ornò di musaici.
oli angioli : gia ; i; . e
8 8g J Il tipo di questo ciborio subì una modificazione sensibile
nico modo Ra i si -
Di i nell’altro di Santa Cecilia, e fu, per così dire, romanizzato
iqua e di i
dg : nelle nuove forme meno acute e snelle. Eseguito nel 1293,
al culmine i is : sio
come ne fa fede la iscrizione già riportata. in uno spici-
lendente . : - i
spience legio epigrafico della fine del Cinquecento, ° recentemente
tornata in luce,’ ci prova come il grande maestro toscano,
n . . DI .
"lla romana che vinse l’arte de’ Cosmati, sempre più si arrendesse al-
quattro co- l’antico e afforzasse le fibre gotiche della sua architettura.
dalle foglie Sopra quattro colonne di marmo nero e bianco s’impo-
tro meravi- stano i capitelli corinzî, con le ricche volute rivestite di grandi
essi aprono foglie, or d’olivo, or d’acanto, come nell’antico, e sembrano
giglio che cesellati per un sacrario da un orafo de’ tempi classici
tefane sulla (fig. 63-66). Sopra l’abaco poggia un pulvino con un tondo in
ellati sugli ogni faccia di musaico a quadratini, stelle, triangoletti e croci;
sopra l’altro pulvino s’imposta l’arco trilobato, non così acuto
ti tondetti, IRR E
jeoni ma- I Cfr. vol. III de la Storia dell’ Arte italiana, pag. 888.
i 2? G. B. De Rossi, Raccolta d’iscrizioni romane relative ad artisti e alle loro
L su fondo ppere nel medio evo, compilata alla fine del secolo XVI. in Bullettino d’archeologia
aggiustati cristiana, 1891, pag. 73.
i fondo di 3 Così suona: 4 HOC OPVS | FECIT | ARNVLFVS | ANNO DOMINI.M.CC. |
i LXXXXIII | MENSE NOVEMBER | DIE XX. Il MorgescH1 (op. cit.) riferì 1a
ni, due an- iscrizione con la data MCCLXXXIII. E il PIAZZA ne La gerarchia cardinalizia di-
i agitando chiara che tutto l’ornamento dell’altare fu fatto da Martino IV (1281-1285).
' : siga Anche Pompeo Uconro, Historia delle Stationi di Roma (1588, p. 130) riporta
e, 1nN piedi, la data del 1283; e ciò prima della trasformazione del presbiterio, operata dal
iltro con un cardinale Sfondrato l’anno 1599. Sull’iscrizione tornata in luce, oggi risepolta,
cfr. FEDERIGO HERMANIN, L’iscrizione di Arnolfo da Firenze in Santa Cecilia in
Trastevere (Bullettino della Società filologica romana. anno 1902).