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dito‘ di cogliere la vera simiglianza di alcuni-elementi tecnici.
Che la statua in bronzo sia medioevale può vedersi, oltre che da
dall’insieme, anche da particolari che non si riscontrano cu:
uguali in opere dei bassi tempi, ad esempio, le due chiavi ch
crocesegnate, date a San Pietro portinaio del Paradiso, se- ed
condo la fantasia popolare. Quel segno della potestà di legare il
e sciogliere, di chiudere e di aprire, che Gesù dette alla Chiesa Q1
personificata dal principe degli apostoli, si vede comune- pi:
mente tardi nella rappresentazione di quest’ultimo. In una sta- Ci1
tuetta in bronzo dei bassi tempi, esistente nel museo di Ber- è
lino, egli tiene la croce monogrammatica;* in altri antichi ric
simulacri, il rotulo della legge. Si possono tuttavia citare st:
musaici e codici dei secoli V e VI, nei quali San Pietro si
presenta con le chiavi, ma non mai della forma di quelle della sfc
statua in bronzo, così dentate, con la croce nel mezzo, coi ne
tondi manichi a grossi fili di ferro per i quali passa una lista pa
di cuoio; così complicate e medioevali insomma. la
Le antiche chiavi erano formate da gruppi di cilindretti, pa
parallelepipedi o prismi triangolari innalzantisi su un piano,
e da anelli nell’impugnatura; non avevano la forma piatta, ch
traforata, che è propria del medioevo. 3 Bc
- di
Nel I volume di questa Storia ci siamo schierati con gli oppositori del Didron ni:
(cfr. nota all’articolo di H. GRIMOUARD DE ST-LAURENT, Apercu iconographique sur ;
Saint Pierre et Saini Paul, negli Annales archéologiques, t. 23, pag. 29) e del 1nN
Wickhoff (op. cit.), sostenitori dell’appartenenza della statua al sec. xII1. I nuovi fu
elementi dell’arte arnolfiana, che abbiamo avuto la fortuna di scoprire, hanno
contribuito a farci mutare d’avviso, o meglio a farci tornare all’opinione, che, me
letto lo studio del Wickhoff, facemmo esprimere nell’Archivio storico dell’ Arte (1890), o
e cioè che il San Pietro in bronzo sia opera di Arnolfo.
° Bone, Die italienische Plastik, Berlin, Spemann, 1891. str
3 Il LancIanI (Pagan and christian Rome, pag. 142) notò che i Romani non In
adoperarono chiavi di tale forma. Il GrISAR (op. cit.. pag. 641) obbietta che il Museo del
Cristiano ne conserva di simili trovate nelle catacombe, ed accenna anche a quella del
disegnata nel Baumeister, che, secondo lui, « offre un perfetto confronto » con ad
quella di San Pietro, mentre nè quelle delle catacombe (e il Museo Cristiano Vati- lob
cano ne conserva una sola), nè le altre provenienti dagli scavi di Pompei nel Museo pos
di Napoli (una delle quali è appunto riprodotta dal BAUMEISTER ne’ Denkmdler der
kRlassischen Alterthums, t. III, pag. 1807, fig. 1895), hanno il preteso riscontro.
Le chiavi del San Pietro confrontate con le molte della collezione del conte Cesare
Pace, presso il Museo Industriale di San Giuseppe a Capo le Case in Roma, si dimo= ’