Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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angioli ai lati la tenevano sollevata. Che siano un frammento 
d’un grande monumento sepolcrale di Arnolfo niuno dubiterà, 
osservando il rompersi delle pieghe sulla manica dell’angiolo 
a destra, i suoi capelli ondeggianti a bioccoli limitati da fila 
di punti di trapano, e altri particolari già più volte indicati 
nell’analisi delle opere arnolfiane. La testa dell’angiolo di 
destra è così classica che a niuno de’ seguaci di Arnolfo 
potrebbe attribuirsi: è l’opera d’un precursore potente, che 
si è impadronito dell’antico, e non lo riproduce freddamente, 
anzi gli dà un chiaroscuro tutto suo. 
Compiuto il monumento di Bonifacio VIII in San Pietro, 
Arnolfo tornò a Firenze, a continuar l’opera di Santa Maria 
del Fiore, e a rinnovare, con la potenza del suo genio, l’arte 
fiorentina. Ma ben presto, l’8 di marzo 1302, secondo le ri- 
cerche del Frey,’ venne meno il grande scultore e architetto, 
il maestro caro a Carlo I d’Angiò ed ai romani Pontefici, 
desiderato dai Perugini quando ancora Giovanni Pisano lavo- 
rava alla fonte di Piazza. Morì lasciando un'’orma eterna, 
facendo sorgere come per incanto, in un breve corso d’anni, 
Santa Croce, Santa Maria del Fiore e il Palazzo Vecchio 
di Firenze. La scultura iconica ebbe da lui il maggiore svi- 
luppo, l’architettura nuovi fondamenti. 
Giovanni Pisano, il grande figlio di Nicola d’ Apulia, 
doveva esser giovanissimo quando, alla fine di settembre 
del 1265, fu stipulata a Pisa la convenzione per il pergamo di 
Siena, al quale egli. insieme con Arnolfo e Lapo, discepoli 
venienti dal sepolcro di Niccolò V. Ma certo appartennero al monumento di Boni- 
facio VIII. Nel disegno del Ciampini da noi riprodotto non si scorgono chiara- 
mente ai lati della figura distesa di questo Pontefice, ma bene si distinguono in un 
altro disegno del Grimaldi (in Veteris Vaticanae Basilicae Diagrammatum, pag. 29, 
Arch. capitolare di S. Pietro). 
! Frey, Ueber des Todesjahy des Arnolfo di Cambio, in Berichten der Kgl. 
ILL. preuss. Akad. d. Wiss., 1883, pag. 699 e Seg. Già CESARE GUASTI aveva dubitato 
che il 1310 fosse la:data della morte di Arnolfo (cfr. l’articolo: Arnolfo quando 
è morto? in Rassegna Nazionale, 1881).
	        
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