Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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corra per la persona, ed un velo le appanni lo sguardo. I due 
angioli portatorcia guardano al gruppo divino, l’uno spalan- 
cando gli occhi sotto le contratte sopracciglia, l’altro chi- 
nando dolcemente la testa. In quella figura è tutto lo spirito 
di Giovanni Pisano, e quando finisce e accarezza la testa del 
Bambino, e quando scalpella d’un tratto, bruscamente, con 
un colpo, un addentramento delle vesti, un ripiegamento di 
un'’orlatura, una fossetta nelle carni. Il gruppo era policro- 
mico, e ancora gli angioli mostrano le tracce della colori- 
tura ne’ ricami dei larghi orli delle tuniche, e la Vergine in 
qualche tocco d’azzurro e d’oro. Si nota pure in quelle statue 
una particolarità propria di Giovanni: l’uso di segnare tonde 
infossature all’origine delle dita delle mani. 
Questo tipo delle Madonne del Pisano non si riscontra 
compiutamente nell’avorio della sagrestia del duomo di Pisa 
(fig. 144), frammento d’un tabernacolo eseguito nel 1299.° La 
materia che faceva difetto spinse lo scultore maggiormente 
verso i modelli francesi nel forte arcuarsi del corpo della 
Vergine, nel restringersi delle sue proporzioni, nell’accor- 
ciarsi delle spalle e del busto della figura, nel cader rigido 
delle pieghe, tirate come da un peso. Ma se la zanna d’avorio 
trattenne il maestro, lo forzò a limitare, a ridurre le sue 
forme a quel modo, pure, tenuto conto di quelle forzate ridu- 
zioni, la statuetta parrà propria del nostro scultore. Non 
così la Madonna sulla porta della cattedrale di Orvieto, in- 
dicata come di Giovanni Pisano, e della quale parleremo più 
innanzi. 
La Madonna della cappella degli Scrovegni a Padova fu 
eseguita verso il 1305.* Contemporaneamente, lo scultore 
dovette eseguire la statua di Enrico Scrovegno, ora nella 
sagrestia della chiesa della Madonna dell’Arena (fig. 145), un 
ano tempo forse dentro una nicchia, là dove si trova il monu- 
1 SureINO, op. cit. 
2 ANDREA MoscHETTI, La cappella degli Scrovegno e gli affreschi di Giotto 
in essa dipinti, Firenze, Alinari, 1904.
	        
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