Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

strorum lapidum. Probabilmente quel maestro dalle figure 
lunghe, scarnificate è l’autore del pulpito di San Michele 
in Borgo, del quale ivi si conservano alcuni archi con Pro- 
feti ne’ pennacchi, e nel Duomo di Pisa quattro scomparti- 
menti del pulpito stesso (figg. 153-158). Quel maestro tra- 
fora, cerca la forza degli scuri, riduce le figure a stalagmiti 
o a stalattiti sui fondi marmorei. Di lui v’è traccia anche 
nel Camposanto, in un frammento di Cristo sul sarcofago 
con angioli ai lati e con Adamo ed Eva risorgenti dalle 
tombe; e pure si potrebbe riconoscere ne’ due disseccati P7o- 
feti alle estremità della prima galleria, nella facciata del 
Duomo pisano. 
Abbiamo già detto che tra specchio e specchio nel pulpito 
stavano collocati diversi gruppi; uno di essi, con San Paolo 
avvolto grandiosamente nel manto frangiato, e con altri due 
Apostoli, è certamente della mano propria di Giovanni, e 
così il gruppo di due Profeti, mentre l’altro di Cristo sulla 
croce è opera del suo seguace. A Giovanni stesso può ascri- 
versi il leggio di Berlino (fig. 159); l’arcata, già sottoposta 
agli specchi con le storie sacre, ora nel Museo civico di Pisa, 
con Profeti ne’ pennacchi, fiancheggiata da un angiolo recante 
una palma e da una donna recante un cartello. Quei Profeti 
ritengono ancora delle forme paterne, de’ barbuti, solenni e 
entusiasti senatori del cielo che Nicola collocò ne’ suoi pul- 
piti; mentre quella donna col cartello richiama la Vergine 
della porta del Battistero, ed ha come in questa cerchietti 
ed infossature alla base delle dita. A Pisa, nel Museo civico, 
vi sono pure due .Szibzile, che stavano tra arco e arco, tutte 
di Giovanni, come le altre due corrispondenti di Berlino 
(figg. 160 e 161); e un Profeta dalla lunga barba e dalla testa 
protesa. Gli altri frammenti di quel Museo appartengono in 
gran parte al seguace di lui, probabilmente a Bernardo caput 
magistrorum lapidum, che esagerò le tendenze del maestro 
nel far maceri, contorti e aggranchiati i corpi, scarse le vesti, 
infossate e cadenti. 
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