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Inoltre nella faccia, disposta parallelamente all’asse lon-
gitudinale della chiesa, c’è in bassorilievo il Crocefisso, in-
vocato da un uomo ginocchioni, lo scultore stesso, come
indica l’iscrizione:
H(oc) OPVS SCVLPTV(#%) STRVX(7)
SIC ‘ORDI(7)E *
IV(22)CT i v(772) * D(e) * MO(72)
TE È FO(2)TE *®
NI; COL(a2s) HI(c)
GE NVFL
EX(215)
Che trattisi dello scultore medesimo genuflesso si può
ammettere leggendo l’altra iscrizione della faccia minore dello
stesso ambone-:
HOC OP[7/S] EGREGIV[ 7/2]
NICOLAV[S) CELTE 3
CECIDIT
VIRGINI[S] AD LAVDE[ #2]
CVI[7/S5] TVTAMINE
FIDIT . ANNO
PD AM CCC. XI
INDICT(/]JO[72]E. Xi.
’ L’abbreviatura sull’o dev’essere un errore d@’incisione.
2? Lo ScHuLz (Denkmdler der Unter-Italien, 11) interpreta Monteforte e non
Montefonte, e, citando il Dizionario del GIUSTINIANI (VI, 82), indica due luoghi
di quel nome, uno nel Principato Citeriore, uno nell’Ulteriore. Montefonte dev’es-
sere stato un luogo di Toscana, dove tante ville e casali sono designati col nome
di fonte, fonti, fontana, fontanella. (Cfr. RepETTI, Dizionario della Toscana). Nei
registri angioini (ScHuLz, IIl, pag, 135) è fatta parola, sotto la data del 20 giu-
gno 1313, di Nicolinus Juncte de Luca et Petrus Symonis da Senis, cuneorum
incisores. Questo documento designa un maestro toscano di nome Nicola, che
indichiamo qui per dare una traccia a ricercare notizia di Nicola di Montefonte,
è per mostrare come toscani fossero i maestri chiamati a uffici d’arte nel Napo-
letano.
3 Celte significa con lo scalpello, e quindi celte cecidit si traduce tagliò (incavò)
con lo scalpello. A prova della giustezza di questa interpretazione può richia-
marsi il versetto di Giobbe (Vulgat. Interpr., Job, c. XIX, v. 23): Quis mihi det,
ut exarentur (sermones mei) in libro stylo ferreo et plumbi lamina. vel celte scul-