Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

loi 2156 sia 
panni sforacchiati nelle frange, la statua distesa dell’Impera- 
tore fasciato nel manto ricamato (fig. 182), le cinque statue 
del nicchione, due angioli e qualche altra figura. Tutte opere 
scadenti, probabilmente di scalpellini seguaci di Giovanni 
Pisano, che le eseguirono sotto la direzione di Lupo, capo- 
maestro dell’opera, dopo la partenza di Tino. Sin dal 20 ot- 
tobre 1515, infatti, Lupo ricevette una somma di denaro per 
Fig. 182 — Pisa, Camposanto. Frammento del mausoleo di Enrico VII. 
Scuola di Tino - (Fotografia Gargiolli). 
andare a Carrara a comprar marmi per la sepoltura imperiale, 
pro faciendo fieri sepulturas Principi et alus corporibus que 
sunt in ecclesia." 
I A proposito della tomba di Arrigo VII e della sua ricostruzione ideale, 
cfr. C1AmpI, Notizie inedite della sagrestia pistoiese, pag. 126; GIoRGIO TRENTA, 
La tomba di Arrigo VII imperatore, Pisa, 1893; EMILE BERTAUux, Le Mausolée de 
l’empereur Henri VII à Pisa (Mélanges Paul Fabre, Paris, 1902); Ip., Santa Maria 
di Donna Regina e l’arte senese a Napoli nel secolo XIV, Napoli, 1899; SurINO, 
Arte pisana, già cit., pag. 190 e seg. e prima nell’ Archivio storico dell’ Arte, a. 1895.
	        
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