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che nel 1343 venivano preferiti agl’indigeni nell’esecuzione
del monumento sepolcale di re Roberto.
Giovanni e Pacio raccolsero a Napoli l’eredità di Tino di
Camaino e lasciarono di sè un grandissimo saggio nella scul-
tura del monumento di re Roberto, protettore del Petrarca, di
Simone Martini e di Giotto. Appena morto il Re, Giovanna I,
erede del trono, < de consilio et assensu Serenissime domine
Sancie », dispose per la erezione del mausoleo, che fu affi-
dato ai due maestri fiorentini.
Il monumento, oggi quasi nascosto dietro al barocchissimo
altar maggiore, è d’una solennità senza pari (fig. 219): l’alto
Suo padiglione gotico riposa sopra pilastri a fascio divisi da
anelli poligonali in cinque parti, dove tra pilastrini e sotto
cuspidette stanno Patriarchi, Profeti e Santi con cartelli,
libri e croci(fig. 220).
L'’urna che racchiude le spoglie regali poggia su robusti
pilastri, attorniati dalle imagini delle Vist. Negli anteriori
(non parliamo de’ posteriori infissi nel muro e guasti) si ve-
dono, in uno, la Carità con due ceri, la Giustizia col globo
e una spada, la. Fortezza con una clava e afferrante per
le ‘zampe una belva morta; nell'altro la ZTemperanza con
enorme spada chiusa nel fodero, la Prudenza con tre libri
e un serpe attorto nell’avambraccio destro, la Fede con una
croce e un lungo calice. Nella faccia anteriore (figo. 221 e 222)
e nelle due laterali, l’urna ha scolpite basse nicchiette gotiche
Sparse di gigli sul fondo verde, entro cui s’assidono, nel mezzo,
re Roberto, a destra la regina Violante, sua prima moglie, e
a sinistra la regina Sancia, seconda moglie. Presso alla madre
Violante, Carlo duca di Calabria e Maria di Valois sua sposa;
presso Sancia, Giovanna I e Ludovico. Sulla faccia laterale
a destra, due fanciulli: Ludovico figlio di Carlo di Durazzo e
di Maria di Carlo Illustre, e Martino figlio di Carlo Illustre
e di Maria di Valois. Sulla faccia laterale a sinistra, due
! CATALANI, Le chiese di Napoli, I, 1845, pag. 92; MINIERI Riccio, Studi
storici fatti su 62 registri angioini, Napoli, 18757, pag. 42.
(MLA