Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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Sopra l’urna e la stanza funebre, in un secondo piano, 
sta il padiglione trionfale: un ampio vano dipinto, sparso di 
gigli d’oro su fondo viola, limitato da pilastri intorno ai 
quali si avvolgono le cortine, e dentro di esso siede in 
trono re Roberto. Figura che spaventa: lunga la testa calva, 
gli occhi contornati di nero che paiono vuote occhiaie di 
scheletro, la pelle dalle guance infossate e dagli angoli delle 
labbra tirata, cadente all’ingiù. Lo spettro del Re si disegna 
così sul fondo scuro del padiglione; la mummia ricompare 
su faldistorio coi segni d’imperio. Un gruppo di monaci è 
dipinto alla sua destra, un gruppo di cortigiani e cavalieri 
col falco in pugno alla sua sinistra, e sembrano ombre che 
s’aggirino intorno al regale fantasma. La imagine di re 
Roberto fu studiata sulla maschera funeraria, nella quale il 
monarca col volto scomposto dalla morte appariva anche più 
orrendo; e lo scultore, per dar vita ai lineamenti disfatti, li 
mosse a un’espressione di sofferenza atroce, e raddrizzò la 
salma a sedere, rivestita dei regali paludamenti. 
Sul tetto del padiglione, o sul ripiano supremo del monu- 
mento, siede la Vergine col divin Figlio sulle ginocchia, 
mentre beato Francesco accompagna re Roberto. Santa Chiara 
fa loro riscontro da destra, due angioli scolpiti assistono ai 
lati insieme con altri angioli colorati nella volta e nel fondo. 
La Vergine dalla chioma d’oro, dal corpo flessuoso riceve 
il potente monarca ridivenuto giovane, non più calvo. Ma 
queste figure, specialmente quella policromica di Santa Chiara, 
devono essere opera di alcuno degli aiuti di Giovanni e Pacio, 
ricordati ne’ documenti. * 
Oltre il sepolcro di re Roberto, Giovanni e Pacio da 
Firenze eseguirono, come bene ha supposto il Bertaux, l’arca 
di Ludovico di Durazzo (+ 1344), della quale vedesi un fram- 
mento, pure in Santa Chiara di Napoli: il bambino regale, 
in fasce. orante. trasportato in cielo dagli angioli. 2 
1 Cfr. registro angioino 1343, 24 febbraio (in MInNI1ErI Riccio, op. cit.). 
2 A Pacio e Giovanni appartiene probabilmente l’altare della chiesa di Santa
	        
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