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e anzi, a nostro avviso, questa volta l’opinione del Dominici
ha un fondamento di verità, perchè l’opera non è d'un
toscano, bensì d’un napoletano che contemplò Tino e i due
fratelli fiorentini, copiando quanto più gli era possibile.
Tendente per natura e per antica abitudine a forme classiche
o romaniche, egli si prova tuttavia a rendere le toscane
Fig. 224 — Napoli, Santa Chiara. Pulpito
(Fotografia Alinari).
eleganze, e modella i bassorilievi come nella pasta, fa pieghe
sottili delle vesti come modellate in cera.
Quest’abile maestro napoletano eseguì pure un sepolcro
per la famiglia dei Merloto, in Santa Chiara, e un altro per
Cristoforo figlio del conte Tommaso d'Aquino (+ 1342), il
quale si vede nella settima cappella a destra in San Dome-
nico. Quivi si vedeva della stessa mano una Santa Caterina,
ora nel Museo nazionale di San Martino.