Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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L’opera di Nicola d’Apulia a Siena e a Perugia: il pergamo di Siena; i coope= 
ratori di Nicola nel pergamo; differenze tra il pergamo di Siena e quello del 
battistero di Pisa; la fonte di Piazza a Perugia; i rilievi di Nicola e di 
Giovanni Pisano nella fonte; Rosso padellaio e Arnolfo nel lavoro della 
fonte — Altre tracce dell’opera di Nicola a Volterra e a Siena — Scuola di 
Nicola, diffusione dell’arte sua — Fra’ Guglielmo discepolo di Nicola — Sue 
opere: l’arca di San Domenico a Bologna, il pulpito di San Giovanni fuori 
civitas di Pistoia — Tracce di fra’ Guglielmo, ancora a Pistoia, e a Orvieto 
e in altri luoghi — Fine del maestro — Arnolfo di Cambio discepolo di Ni= 
cola — Sue opere in Roma: rilievi di San Paolo fuori le mura e di Santa Ce=- 
cilia in Trastevere — Altre opere a Orvieto, a Viterbo e a Roma — Influsso 
d’Arnolfo sui Cosmati a Roma — Arnolfo a Firenze e di nuovo a Roma — 
Giovanni Pisano discepolo di Nicola: sue sculture a Pisa, a Todi, a Siena, 
a Pistoia, a Padova, a Genova. a Firenze. a Prato — Suoi seguaci in Toscana 
e nel Veneto. 
Nell’anno 1265, Nicola d’Apulia s’accinse a erigere e 
adornare il pergamo di Siena, con Giovanni suo figlio, con 
Arnolfo di Colle di Val d’Elsa, Donato e Lapo, fiorentini, 
tutti suoi discepoli. * Sotto l’impulso del genio, il monumento 
! Rumonr, Italienische Forschungen, II, Berlin u. Stettin, 1827; G. MILANESI, 
Documenti per la storia dell’arte senese, I, secoli xIII e xIV, Siena, 1854, pag. 149- 
Il Milanesi riporta il documento relativo alla chiamata d’Arnolfo con la data 
CCLXVI, indicitione VIIII. Il Rumohr sotto l’altra: CCLXVII, indictione VIII. 
Il DELLA VALLE (Lettere senesi, Il, 122) riferisce la convenzione tra tra’ Melano. 
e Nicola d’Apulia, per il lavoro del pulpito, sotto la data delli 8 novembre 1266, 
mentre il Milanesi e il Rumohr sotto l’altra del 5 ottobre 1266. Verificate 
queste date, resta stabilito che la convenzione di fra’ Melano, operaio del duomo 
di Siena, con Nicola di Pietro de Apulia porta la data: die tertio kalendas octobris, 
sub anno domini Millesimo CCLXVI, indictione nona, secundum cursum pisa: 
norum. Il Milanesi cadde quindi in errore assegnando al documento la data 
5 ottobre 1266, mentre doveva dire 29 settembre 1265, riportando al computo 
senese l’indicazione cronologica del documento pisano. L’indizione IX torna in 
ambedue le città, perchè, sebbene non nello stesso giorno, si cambiava tanto a 
Pisa quanto a Siena nello stesso mese di settembre. Quindi il Rumohr sbagliò 
nel riferire la indizione e il resto. (Vedi nota a pag. 74). 
VENTURI, Storia dell’ Arte italiana, IV.
	        
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