— 406 —
rettangolare, di qua e di 1à della quale sono un Profeta con
un cartello e un angiolo con un rotulo. Anche queste due:
statuette richiamano l’arte di Giovanni Pisano; ma nella fi-
gura di Ranieri del Porrina, in quel ritratto di forme così
reali e compiute, lo scultore precorre i tempi, suggerisce alla
mente le opere veneziane del Quattrocento. È invero una
statua solenne, dal carattere fortemente scolpito nella grossa
faccia, nel corpo poderoso e pieno d’adipe, negli occhi bo-
vini staccati dalle palpebre, nella bocca fine.
Peccato che di quest’artista singolare non sì possano ci-
tare altre opere. Siena possedeva di lui probabilmente un al-
tare, del quale più non resta se non la scultura del gradino.
coi fatti della vita del beato Benizi, nella Galleria dell’Ac-
cademia (fig. 326), 1à dove sono altri frammenti della scuola
di Giovanni Pisano. Potrebbe anche supporsi opera dell’in-
signe maestro la porta del palazzo comunale di Perugia,
specialmente per le tre statue di delicatissima forma nel fron-
tone, segno dell’influsso dell’arte senese nell’Umbria, grandis-
simo quanto altro mai nel Trecento (fig. 327 a 332).
sare
L’eredità dell’arte di Gano da Siena fu in qualche modo.
raccolta da Angelo e Francesco di maestro Pietro d'Assisi, cor-
tonesi, che fecero in Santa Margherita di Cortona quell’opera
mirabile, mal giudicata dal Burckhardt che l’associò al mau-
soleo di Benedetto XI in San Domenico di Perugia, e quali-
ficò l’una e l’altra scultura « miseri lavori dell’arte senese ».
Lasciando a parte che il monumento in San Domenico dî
Perugia non appartiene alla scuola senese, ma piuttosto a
uno de’ maestri de’ rilievi della facciata del Duomo d’Orvieto,
a noi sembra che il monumento di Santa Margherita da
Cortona sia da annoverarsi tra le più grandi opere del Tre-
cento.
L’arca della Santa (fig. 333) è retta da tre mensole. Agli
angoli dell’arca s’innalzano colonne tortili, che reggono il bal-