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cara imagine del maestro; e infine quando essi si curvano ab-
battuti dal dolore, adagiando il santo corpo sotto un tiburio
entro il sarcofago, e uno di essi stringe le mani disperato, e
un altro tiene un cero chinando la testa dolente.
Così Andrea Pisano con quel gotico tiburio, con quel
portatore del cero trasportava nel suo mondo il racconto
evangelico; ma cogliendo l’espressione del dolore, degli af-
fetti; de’ sentimenti, dava al bronzo anima e vita.
Nel Zyasporto della salma del Battista egli s’ ispirò alla
simile scena consueta nel trasporto delle terrene spoglie di
Maria per mano degli apostoli; ma nel rappresentare tre
portatori del feretro che volgonsi indietro, sogguardanti la
testa del caro vegliardo, segnò la sua potenza drammatica
che, rotte linee e schemi iconografici, imprimeva i moti del
sentimento, come sapevasi nell’età di Dante.
In qual guisa Andrea sapesse dar forma anche a idee
astratte si può vedere nelle figure allegoriche della porta:
mella Speranza, che batte le ali e protende le braccia e il
corpo anelante alla corona promessa, al premio sospirato;
nella Fede, nobile suora, con le braccia aperte, solenne sul
suo scanno, e in atto d’innalzare i simboli della Redenzione,
la croce e il calice (fig. 346); nella Carità, imagine dell’abbon-
danza con un cornucopia e un cuore, prodiga di doni ai mor-
tali; nella Umiltà, tutta ravvolta nel manto che tiene con una
mano ben racchiuso, imagine di pudibonda che occulta alla
gente i tesori della virtù e della bellezza (fig. 347). La For-
tezza, sua sorella, amazzone potente, siede sulla sua base,
come a guardia di un monumento. Segue la mite 7Zempe-
ranza, che ripone dolcemente la spada nel fodero (fig. 348);
e quindi la Gzustizia imperiosa, eretta la fronte, con la spada
diritta. Presso questa regina, ecco la Prudenza, onesta donna,
pensosa, come rannicchiata nel suo scompartimento (fig. 349).
Le quattro figure allegoriche laterali si vedono di profilo o
quasi, le altre quattro del mezzo stanno di fronte, e tutte