— 10 —
l’Adorazione de’ Magi pure, la composizione non conserva la le prov:
grandiosità classica della pisana e la sua unità, poichè, mentre et sati
da una parte i Re adorano il fanciullo divino e gli offrono Men
i doni, dall’altra si rivedono ancora a cavallo, preceduti da lavori de
negri sui camelli, seguiti dai cani, accompagnati da cava- per il p
lieri, procedere verso il luogo indicato da un araldo del
cielo. I cavalli dai quali sono discesi i Re, guardati da un
armigero, stanno tuttora sellati, presso il trono del fan-
ciullo aspettato dalle genti. Qui sono due momenti diversi
della rappresentazione riuniti in uno, con un’abbondanza
nuova di forma e di particolari, anche nel fondo coperto dalla
chioma di due alberi e da un tempio. Nella base del pul-
pito si addossano le Arti liberali: la Grammatica in atto di
insegnare a un fanciullo; la Dialettica, vecchia e scarna, che
somiglia alla profetessa Anna delle scene della Paur77/icazione;
la Retorica indicante un libro aperto nel suo grembo. Tra
queste Arti del trivio e quelle del quadrivio è la Filosofia con
un cornucopia fiammeggiante, vestita come un console dei
bassi tempi: appresso le siede l’Aritmetica che fa i conti sulle
dita, la Geometria che prende misure, la Musica con l’arpa,
l’Astronomia che guarda in alto a un astrolabio. Quantunque
grandiose, queste figure non hanno la forza propria di Nicola
da cui furono disegnate e ispirate, tanto da farci pensare
che esse sieno l’opera di uno de’ suoi cooperatori: nella
condotta de’ capelli, nella spezzatura delle pieghe, c’è una
materialità che mai si riscontra nel poderoso maestro. Forse
si devono a Lapo o a Donato, maestri fiorentini che lavo- Fin 6
rarono nel duomo senese, cooperatori di Nicola d’ Apulia, |
compagni d’Arnolfo e di Giovanni Pisano. Ai due maestri, nese, sti
come a Goro di Ciuccio Cinti, pure fiorentino, fu concessa il diritti
la civiltà senese, per deliberazione del podestà e di quattro guiment
provveditori e del camerlengo del Comune di Siena, man- fuclio 4
cando alla città, così si legge nella deliberazione, nagistri eine
ydonei ad faciendum intallias (sic), ed essendo quelli, per indicato ir.
comunale -: